| La profezia
Prologo
Quando la notte più tetra
Cadrà su questo mondo
E colui che la governa
E tutto avvolgerà
Quattro sigilli
Si romperanno
E quattro prescelti
Compariranno
Acqua mutevole,
come luna
fuoco coraggioso,
come leone
Vento veloce,
come lupo
Terra luminosa,
come stella
L’incontro avverrà
Quando Luna e Sole
Nello stesso cielo saranno
E le tenebre
Il cielo governeranno…
La donna chiuse il libro e lo ripose nella biblioteca. Il corpo esile, ma formoso, era coperto da uno stretto vestito a tubino, i lunghi capelli neri erano lasciati sciolti, mentre un’aristocratica frangia, nascondeva i profondi occhi rossi.
_ Si sta avvicinando…_ mormorò, spostando lo sguardo sui quattro oggetti appesi alle parete davanti a lei: una spada, un scettro rosa, con una stella; un bastone da mago con una luna sulla sommità e un gigantesco boomerang a quattro punte.
La porta si aprì, facendo entrare uno spiraglio di un luce, e un ragazzo fece capolino nella stanza, i capelli mori erano spettinati, e gli occhi celesti erano nascosti dietro un paio di occhiali da vista: _ C’è un cliente…_
La donna distolse lo sguardo dai quatto oggetti e lo pose sul ragazzo: _ Uhm…bene…_ decretò col suo sorriso enigmatico, uscendo dalla stanza silenziosamente, e iniziò a percorre il corridoio.
_ Ah…Kimihiro…_ disse la donna, quando si fermò davanti ad una porta scorrevole in carta di riso: _ Vammi a comprare il sakè…l’ho finito tutto…_
Il ragazzo sospirò e richiuse la porta del magazzino, non senza aver lanciato un ultima occhiata ai quattro oggetti appesi al muro e a quegli strani, almeno per lui, pupazzi che erano rinchiusi in cupole di vetro.
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