| eheheheh sorry ecco il new capitolo... sxo ke v piaccia tanto qnt è piaciuto a me scriverlo!!!! ^^ enjoy ^________^
Crybaby
Ch #6
Haruhi non osava muovere un muscolo. Non respirava nemmeno, tanta la paura che aveva di distrarlo, di fare una qualsiasi cosa che potesse insinuare in lui il dubbio che lei non desiderasse di essere baciata. Il sangue le pulsava frenetico nelle orecchie, mentre la mano di lui seguiva la linea del suo mento, invitandola ad alzare leggermente il viso per venirgli incontro. I tuoni non rombavano più, la pioggia non faceva più sentire il suo picchiettio insistente, tutto sembrava ovattato in quel momento perfetto di attesa. Il temporale era veramente terminato, sostituito da una pioggia leggera e scrosciante, mentre si diradavano un po’ le nubi scure, lasciando spazio a un cielo più chiaro, ma già blu. L’oscurità rendeva incredibilmente intima quella vicinanza, che Haruhi desiderava colmare più di ogni altra cosa. Chiudendo gli occhi, alzò un poco il mento, in attesa che lui percorresse la distanza ormai minima tra i loro volti. Tamaki si soffermò un istante a guardarla, quasi incredulo che lei lo stesse davvero accettando, dopo tanti momenti in cui aveva sognato, desiderato, che tutto ciò succedesse. Ed ora eccolo lì, con lei, con le sue labbra così desiderate a pochi centimetri dalle proprie. Il paradiso, in un attimo di magia. Chiudendo lentamente gli occhi, si avvicinò a lei, al suo viso. Non desiderava altro. Stava raggiungendo la felicità assoluta, stava raggiungendo lei. Nel buio non riusciva a vedere quanto vicina o distante fosse, non che avesse importanza comunque. Si dice che a volte l’attesa sia da prolungare, poiché quasi meglio del bacio stesso. Forse in questo caso era così, perché Tamaki era sicuro che non avrebbe mai più dimenticato quell’istante, poiché era l’unica cosa che lo separava dalla sua amata Haruhi. L’unica cosa… Un flash lo accecò, costringendolo a ripararsi gi occhi ormai abituati all’oscurità. La luce continuò la sua intermittenza, prima di stabilizzarsi nella lampadina che li sovrastava. Era tornata la corrente. Qualche goccia di pioggia insistente continuava a picchiare sul vetro, formando delle linee incoerenti mentre scivolava giù. Entrambi fissarono la lampadina con crescente ostilità, ancora abbracciati, nella stessa posizione che avrebbe accompagnato quel contatto mancato per un soffio. Lei si ripromise di distruggere quella lampadina, in un immediato futuro. Si girarono quasi contemporaneamente a guardarsi. Haruhi si perse un istante nel cielo dei suoi occhi, prima di distogliere lo sguardo paonazza, allontanandosi un poco e sciogliendo così l’abbraccio. L’atmosfera romantica era rovinata, ed ora era subentrato l’imbarazzo. Probabilmente non sarebbe mai più riuscita a guardarlo negli occhi. Tamaki, dal canto suo, era ugualmente imbarazzato e arrossito, ma non distoglieva lo sguardo da lei, non ci riusciva. Continuò a guardarla finché, incapace di sostenere oltre il peso di quegli occhi, Haruhi non lo guardò di nuovo. A ogni secondo che passava arrossiva sempre più. “Detesto la luce” le disse Tamaki. “Fai il cosplay di Nekozawa-sempai adesso?” ironizzò Haruhi con un sorriso imbarazzato. Lui le rispose con un sorriso sghembo, prima di alzare gli occhi, attirato da qualcosa sopra la sua capigliatura castana. Il suo sguardo brillò per un attimo, prima di tornare a posarsi su di lei, accompagnato da un magnifico sorriso da furbetto, che la incantò. “Non so te, io preferisco il buio” disse, prima di sporgersi un poco verso di lei, per premere l’interruttore sopra la sua testa. E in un attimo la stanza ritornò a essere buia come prima. Il cuore di Haruhi prese a palpitare, incontrollabile, mentre osservava ogni suo movimento, vagamente visibile grazie al chiaro di luna che filtrava dai vetri pieni di gocce. Lo vide che la osservava, cauto, prima di sporgersi nuovamente verso di lei, con lentezza calcolata, in modo da darle la possibilità di fermarlo, se l’avesse desiderato. Ma Haruhi non ci pensava nemmeno. Non voleva fermarlo, anzi, desiderava che si avvicinasse più velocemente, che facesse finire quell’attesa che le bruciava le labbra. Se non fosse che stava trattenendo il respiro, le sarebbe sicuramente venuta l’asma per l’agitazione. Nonostante il desiderio incalcolabile che la dilaniava dentro, non riusciva a muoversi di propria iniziativa. Riusciva unicamente ad aspettarlo. Tamaki le accarezzò un guancia, lasciandovi poi la mano a sentire il calore della pelle di lei, purpurea di imbarazzo. Poggiò quindi la mano libera sull’altra guancia, così da averle ai lati del viso. Lo sguardo gli brillava, mentre ancora una volta si avvicinava al suo viso, con la stessa lentezza di prima. Il cuore di Haruhi pompava frenetico, imporporandole ancora di più le guance mentre lei, inerme, socchiudeva gli occhi. Lui fece lo stesso. Con gli occhi chiusi, indugiò un ultimo attimo sulla sua bocca, durante il quale lei dischiuse le labbra, per respirare il suo respiro. Poi finalmente, Tamaki posò le labbra sulle sue. Haruhi si sentì esplodere il petto, il cuore, ogni cosa. Rispose al bacio, mettendogli nuovamente le braccia al collo e stringendosi a lui. Non poteva credere di essere tra le sue braccia, sulle sue labbra…era un sogno. Tamaki fu felicemente sorpreso dalla sua reazione, felice di vederla ricambiare le sue attenzioni con uguale emozione. Si sporse ancora un po’ e, sostenendola con un braccio dietro la schiena, la fece lentamente distendere. Poi schiuse anche lui le labbra, in preda alle emozioni, e approfondì il bacio. Haruhi non l’aveva mai sentito così vicino a sé. Vittima del turbine di emozioni che le premeva nel petto, rispose al bacio con foga, aggrappandosi spasmodicamente alla sua camicia per avvicinarlo ancora di più. Lui non si fece attendere, fece aderire il corpo al suo senza però pesarle, caricando il peso sui gomiti. Con le mani le percorreva le schiena, e mentre una risaliva alla nuca, l’altra restava al centro della schiena, non osando scendere di più. Quelle di lei gli arpionavano la camicia, accarezzavano la schiena, scompigliavano i capelli. Haruhi voleva colmare quella distanza che aveva sempre posto fra di loro, voleva averlo sempre vicino come lo sentiva ora. Staccarono le labbra un attimo, per riprendere fiato. Tamaki la guardò. Era bellissima la sua Haruhi, con le guance ancora rosee, le labbra arrossate, e un luccichio negli occhi che lo incantava. Lei ricambiò lo sguardo, carico di emozioni. Aveva il respiro un po’ affannoso, il battito che non accennava a rallentare. Poi le tornò alla mente una cosa importante. “Oddio, Tamaki, che ora è? Sono già le 20.30!! Mio padre stasera non ha il turno di notte, potrebbe tornare da un momento all’altro!” disse agitata, guardando l’orologio. Non avvertendo alcuna reazione da parte di lui, tornò a guardarlo e gli scoprì sul viso un’espressione dolcissima. “C-cosa c’è?” chiese imbarazzata. “…questa è la prima volta che mi chiami per nome” rispose lui, deponendo un lieve bacio sulle sue labbra. A queste parole Haruhi si intenerì, e lo abbracciò stretto. “Non ti chiamerò mai più ‘sempai’” “Forse invece è il caso che tu lo faccia, almeno al club…o saremmo un po’ sospetti” disse. “Come vuoi tu” rispose sorridendo. Forse era la prima volta che Haruhi cedeva così facilmente alle sue richieste, e questo non fece che renderlo ancora più felice.
aspetto commentiiiiiii ^_________^
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