Il Regno dello Scrittore ~ Fan Fiction Forum

Wings of Eternity: Valkyrie Profile

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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 14/2/2007, 07:40




La mia ff è una rivisitazione del videogame Valkyrie Profile, un gioco semi-sconosciuto ( mai uscito in italia ), che si ispira alla mitologia nordica.
Protagonista di questa storia è Lenneth Valkyrie, una delle 3 sorelle valchirie, semi-divinità che controllano il destino degli uomini.


Nel Valhalla, il regno divino, è in corso una guerra tra gli dei Aesir ed i malefici Vanir.
Temendo l'arrivo di Ragnarok, la fine di tutte le cose, Odino, signore degli Aesir, ordina a Lenneth di scendere nel decadente mondo dei mortali, Midgar, per raccogliere le anime dei guerrieri deceduti ed allenarli x diventare Einherjar, guerrieri divini che lotteranno a fianco degli Aesir contro i Vanir.
Lenneth, inizialmente fredda e riservata, stando tra gli umani comincierà a ricordare il suo misterioso passato.

Prologo.
La luce filtrava tra i rami di un albero e si rifletteva su un piccolo ruscello che scorreva placido in un boschetto vicino al villaggio di Coriander.
Sulle rive di questo torrente una giovane ragazza quattordicenne era intenta ad osservare un uccellino blu che le si era posato accanto.
La debole luce solare faceva scintillare i suoi lunghi capelli argentati, raccolti in una lunga treccia.
Propio per via di questa caratteristica unica i suoi genitori l'avevano chiamata Platina.

Quando l'uccello volò via, Platina si accorse che era in ritardo, prese il secchio che doveva riempire e tornò verso casa.
"Devo sbrigarmi o mia madre si arrabbierà"

Coriander era un piccolo villaggio montano e rifletteva chiaramente lo stato di povertà e miseria in cui si trovava l'intera Midgar.

Mentre camminava verso casa, Platina si voltò verso i campi fuori dal villaggio e vide Lucian, il suo migliore amico, o forse qualcosa di più...

Mentre era intenta ad osservarlo, Platina non si accorse dell uomo vestito di nero che usciva da casa sua e gli finì addosso, rovesciandogli l'acqua addosso.
"Oh, mi scusi io..."
L'uomo ed il suo compagno più grasso la guardarono male da dietro le lenti degli occhiali, ma ciò che spaventò Platina fu l'urlo della madre, che fece capolino da dietro i due.
"Come osi bagnare i miei ospiti, tu piccola..."
"Madre, mi dispiace ma..."
"Osi rispondermi?" tuonò la madre "Fila in camera tua e non farti più vedere"

Platina andò in camera sua senza dire nulla e si sdraiò sul letto.
In un mondo povero come quello, per una coppia di semplici contadini, avere una sola figlia femmina era grave perchè rappresentava solo una spesa, non potendo essere utile nei campi.
Per questo motivo i genitori di Platina non avevano mai fatto gesti d'affetto verso la figlia.
Ormai erano quattordici anni che era così e Platina si era abituata, spalleggiata anche dal suo caro Lucian.
Silenziosamente Platina si addormentò.

Quella notte Platina fu svegliata da dei colpi alla finestra.
In parte intontita dal sonno aprì la finestra e vide Lucian.
"Lucian! Cosa fai qui a quest'ora della notte?"
"Shhhh Non c'è tempo. Vieni ce ne andiamo"
"Di cosa stai parlando?"
"Dobbiamo fuggire, adesso!"
"Cosa succede?"
"I tuoi genitori... loro... ti hanno venduta!"
"Cosa!?!"
Improvvisamente si aprì la porta ed entrò la madre di Platina.
"Piccolo verme, cosa vuoi fare a mia figlia?"
"Vieni!" disse Lucian prendendola per mano.

Platina non oppose resistenza e fuggi con lui dalla finestra.

Dopo qualche minuto di corsa nel bosco, Platina si fermò.
"Basta Lucian, torniamo indietro. Mia madre sarà preoccupata"
"Platina, loro ti hanno venduta al mercato degli schiavi"
"Sei sicuro di non aver capito male?"
"Hai visto quei due uomini vestiti di nero? Tempo fa sono venuti a casa mia ed il giorno dopo mia sorella era scomparsa"
"Ma io avevo sentito che era stata uccisa da una malattia..."


"Hai mai sentito parlare di una malattia che fa scomparire la gente?"
"Lucian, io..."
"Platina, io ti voglio bene e non voglio che ti capiti nulla. Fidati di me. Andiamo"
Platina alzò lo sguardo e sorrise. "Andrei dovunque con te Lucian"
"Bene"
E così i due ragazzi, mano nella mano, sparirono nella nebbiolina che copriva il sottobosco.

Dopo un ora di camminata i due giunsero in una piccola radura circondata dai monti.
La luna che splendeva in cielo illuminava l'immensa distesa di fiori bianchi che copriva la radura.
"E' fantastico! Lucian, pensi che questo sia... il paradiso?"
"Non dirlo! é di cattivo auspicio!" la sgridò Lucian, ma Platina era già lontana e correva tra i fiori.
Una folata di vento fece alzare molti petali, che vorticarono attorno a Platina.
Lucian osservò meglio i fiori e improvvisamente ricordò dove gli aveva già visti

"Platina!!! Non respirare! Queste sono... Weeping Lilies"
Ma quandò alzò lo sguardo vide che Platina era caduta a terra.
Lucian corse da lei, sconvolto per non aver riconosciuto subito i velenosissimi fiori.
Appena arrivato si buttò in ginocchio e la prese tra le braccia.
"Platina, come stai? rispondimi"
"Lucian, mi sento... leggera"
"E' tutta colpa mia. Se non ti avessi convinta fuggire..."
"Va tutto bene... se mi addormentassi qui, potrei semplicemente volare via come questi petali..."

Il volto le si rigò di lacrime.
"Ho sempre vissuto una vita orribile e i miei genitori non mi hanno mai amata. Sono stanca... Tu Lucian sei l'unica cosa buona che mi è mai capitata"
Ora anche lui piangeva "Ti prego Platina non morirn"
"Credi nella reincarnazione, Lucian? Io si e sò che un giorno ci rivedremo"
Così dicendo Platina chiuse gli occhi e morì.
Lucian, che la teneva ancora tra le braccia, urlo con tutto il fiato che aveva in gola "Platina... Platina, no... PLATINAAAAA!!!"

L'anima di Platina abbandonò il suo corpo e salì al Valhalla.
Ciò che Lucian ignorava, ciò che tutti ignoravano era che l'anima di Platina nascondeva un grande segreto, un segreto che avrebbe cambiato per sempre il destino di umani e dei...
 
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The_Terror_of_Death
CAT_IMG Posted on 16/2/2007, 12:46




WOW!
Io ho giocato e finito il vg, ed è interessante leggerlo in italiano.
Ma la ff segue tt la storia del gioco?
 
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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 16/2/2007, 12:53




Si e no
La storia base è quella del gioco tale e quale, un pò tagliata, ma oltre a Lenneth ci saranno alcuni personaggi di VP2 ed alcuni personaggi originali ( chi l'ha già letta li conosce )
 
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The_Terror_of_Death
CAT_IMG Posted on 16/2/2007, 13:37




Chi l'ha già letta?
 
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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 16/2/2007, 14:29




Questa ff l'ho già postata ed è quasi completa su un altro forum
 
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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 19/2/2007, 07:14




Capitolo I

Molti anni dopo...

Una giovane ragazza stava risalendo la collina del Valhalla ed il sole si rifletteva sui suoi curiosi capelli argentati raccolti in una lunga treccia.
La ragazza indossava dei semplici abiti da contadina: una maglia bianca con un piccolo giaccetto blu ed una lunga gonna arancione e secondo la concezione umana aveva 24 anni.

La ragazza salì incima alla collina ed esclamò "Che nostalgia" quando rivide dopo molto tempo il castello di Odino, il centro di tutto il Valhalla.
Il castello, completamente fatto di cristallo, levitava in mezzo ad un mare di soffici nuvole bianche e l'unico accesso era un lungo ponte che lo collegava ai piedi della collina.

La ragazza, immersa nei suoi pensieri, discese la collina e salì sul gran ponte, dove fu accolta da un bambino biondo vestito con un curioso abito marrone.
"Benvenuta al Valhalla" disse allegramente Frey
"Sembra che stessi aspettando qualcuno"
"Certo, aspettavo te Lenneth" disse lui correndo ad abbracciarla "Non potevo credere alle mie orecchie quando mia sorella Freya mi ha detto che saresti tornata"
"Sono qui per vedere Lord Odino"
"Giusto, meglio non farlo aspettare. Vieni"

Il trono si trovava nella sala centrale del castello, un enorme salone perennemente illuminato.
Sul trono sedeva un uomo sulla cinquantina,dai corti capelli grigi e con una leggera barba ,che indossava una piccola corona e vestiva dei vestiti relativamente semplici, per essere il re degli dei. Al suo fianco sedeva la sua compagna Freya, un'affascinante donna bionda con occhi azzurri, che indossava un abito verde ed un curioso copricapo.
Lenneth entrò e si inchinò di fronte al trono.


"Eccomi Lord Odino, sono al vostro servizio"
Freya si alzò e si mise a levitare a mezz'aria.
"Non serve che ti inchini davanti a noi come un comune umano"
Lenneth si alzò.
"Si"
Freya si trasportò davanti a Lenneth e l'abbracciò.
"Sono lieta di rivederti"
"Lo stesso vale per me" rispose Lenneth senza abbracciarla.
Freya tornò al suo posto ed Odino parlò.
"Lenneth Valkyrie, non avrei mai richiesto l'aiuto della più potente dea del fato se la situazione non fosse stata così grave"

"Recentemente ci sono stati segni di instabilità da parte dei Vanir di Surt e Mimir mi ha confermato che Ragnarok è vicino"
"Ragnarok?"
"La battaglia finale... la fine di tutte le cose. L'esercito dei Vanir é molto superiore al nostro...
Lenneth, ti affido un compito vitale: devi scendere su Midgar e creare un esercito di Einherjar da inviarci per combattere"
"Si, mio signore"
"Freya ti illustrerà cosa fare. Inchinati"

Lenneth si inchinò ed Odino alzò la sua mano.
Dalla schiena di Lenneth comparvero due ali piumate, che la avvolsero.
I suoi abiti comuni si dissolsero e furono sostituiti da una scintillante armatura blu chiaro e dorata, con una lunga gonna bianca, una spada che pendeva dal fianco e un elmo piumato.
Le ali sparirono e la valchiria si alzò.
"Molto bene... Freya"
"Si, andiamo Lenneth"
"Un attimo" disse Odino sfilandosi un anello e lanciandolo a Lenneth.
"Questo é l'anello dei Nibelunghi. Non togliertelo mai"

"Si fidi di me"
Così dicendo Lenneth e Freya sparirono.

Le due divinità apparirono nel cielo di Midgar.
Lenneth si osservò intorno e vide un mondo sconvolto e desolato.
"Ti ricorda qualcosa?" chiese Freya
"No, non sono mai venuta in questo mondo prima d'ora"
".... Capisco"
"Quale è esattamemte il mio compito?"
"Gli einherjar sono guerrieri divini. Il tuo compito, Lenneth, é di raccogliere le anime degli umani meritevoli defunti ed accoglierle dentro di te"
"Dentro di me?"


"Querta terra è invasa da creature inquieti: fantasmi, non morti e vampiri. Affrontandoli tu ed i tuoi guerrieri diventerete più forti, e quando sarà il momento, ti richiederò di inviarli al Valhalla, hai capito?'
"Si"
"Bene, chiudi gli occhi e usa la tua concentrazione spirituale. Dovresti riuscire a percepire i pensieri dei guerrieri in punto di morte. Avverti qualcosa?"
"Si, da quella parte"
"Bene, andiamo"

Artolia e Villnore erano in guerra da anni.
Negli ultimi tempi Villnore aveva iniziato ad attaccare usando dei mostri, e per risposta Artolia si era affidata a mercenari.
Ora uno di loro si ergeva nel mezzo del campo di battaglia.
Arngrim, soprannominato il Terrore della Morte. Arngrim, l'essere la cui spada gigante ha ucciso migliaia di persone.
Arngrim, colui di fronte al quale tutti, umani e demoni, cadono a terra morti.
"Arngrim, da questa parte!" urlò un giovane in armatura bianca.

Arngrim si voltò ed osservò il giovane Lawfer, figlio del comandante delle guardie di Artolia e suo allievo.
Arngrim era un possente guerriero, alto e muscoloso.
Aveva i capelli castani corti ed una enorme cicatrice gli segnava l'occhio destro.
Indossava una semplice armatura blu ed impugnava una gigantesca spada, grande almeno quanto lui.
"Sono stufo di questi mostri" disse avventandosi sui nemici indicati da Lawfer.

La battaglia era stata vinta ed i mercenari erano stati invitati nella sala del trono

Il re sedeva sul trono al fianco della giovane figlia quattordicenne.
"Voi mercenari siete stati tutti abilissimi, ma uno di voi merita questa ricompensa. Alzati, Arngrim"
Arngrim si alzò e prese la statua che il re gli offriva, ma la guardò con disprezzo.
"Una statua per chi ha ucciso più persone, che schifo" pensò Arngrim, poi iniziò a ridere.
"Questa statua ti assomiglia, re... è patetica come te"
"Come osi, tu..."
Arngrim scaraventò la statua a terra e se ne andò, lasciando il re impietrito
 
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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 21/2/2007, 07:28




"Io sono un guerriero, combatto per l'onore, non per denaro" pensò tra sè e sè Arngrim mentre tornava a casa.
Quando entrò vide che suo fratello Roland, gravemente malato, dormiva e lasciò sul tavolo il 75% dei soldi guadagnati, poi uscì ed andò alla taverna a spese il resto.

"Come osa quel miserabile mercenario offendere mio padre"
"Si calmi principessa Jelanda" disse il primo ministro Lombert "una principessa non dovrebbe fare così"


Jelanda era una principessa tutto pepe molto viziata e si infuriò "Siiileeenziiio! Quell'Arngrim la pagherà lo giuro! E sò gia come... eh eh"
Lombert sospirò e se ne andò.

"Fratello, fratello svegliati"
Arngrim aprì gli occhi e vide suo fratello Roland.
"Oh la mia testa..."
"Fratello, hai visite"
"Mh?"

Arngrim raggiunse l'altra stanza dove vide una ragazzina vestita di viola, con un gran cappello e degli occhiali.
"Che vuoi?"
"Salve signor Arngrim, io sono Jela... jel... ehm..."
"Si?"
"Ehm, Angela, si"

"E cosa vuoi, Angela?"
"Vorrei assoldati per un lavoro e... ma perchè non me parliamo fuori, a pranzo?"
"Eh?"
"Ti stò chiedendo di portarmi fuori a pranzo, zoticone"
"errr... ok"

Il pranzo fu disastroso, Arngrim portò Angela in un ristorante orientale ma lei, non abituata ai cibi locali, si sentì male e svenne.

Arngrim la portò a casa e la fece addormentare sul letto, ma mentre dormiva le si tolse il cappello e riconobbe la principessa Jelanda.

In quel momento Arngrim capì e si rese conto che aveva esagerato col re e sua figlia voleva solo vendicare l'onore del padre.

L'indomani fece finta di nulla e Angela promise che sarebbe tornata, ma non lo fece.

Qualche giorno dopo Arngrim ricevette la visita di un agente, che gli affidò un semplice compito: scortare un carro merci fino a Villnore.
Arngrim accettò senza discutere e partì.

Forse sarebbe stato meglio per lui controllare il contenuto del carro prima di partire, molto meglio...

La strada tra Artolia e Villnore era lunga e si impiegavano circa 6 giorni a completarla.
Arngrim era circa a metà strada quando, parlando col mercante mandato ad accompagnarlo, un certo Badrach, scoprì una cosa molto strana.
"Cosa hai detto?" chiese
"Si, è stato Lord Lombert ad ordinare questo trasporto"
"Ma non era stato quel corriere?"
"No, ne sono sicuro"
"Quel Lombert non mi piace"
"Ehi, cos'è quello?"
Arngrim si voltò e vide una nube di polvere che si avvicinava rapida sul sentiero.
"Sembrano...."


In breve tempo il carro fu raggiunto e circondato da un folto gruppo di cavalieri.
Il simbolo che avevano sugli stendardi era senza dubbio quello di Artolia.
"Fermi in nome del re" disse uno di loro
"Ehi amico, non vogliamo guai" tentò di dire Badrach ma il cavaliere lo zittì "Zitto verme. Tra poco andrai alla forca per il rapimento della principessa"
"Eh?"
"L'ho trovata capitano"
Arngrim si voltò e vide un soldato che estraeva dal carro una ragazzina bionda... Angela... Jelanda...
"Eccola!"

"Arrestate i traditori!"
"Via di qui!" disse Badrach facendosi strada assieme ad Arngrim.

I due corsero per un pò e si nascosero in una grotta.
"Quel pazzo di Lombert, perchè dare a me una missione simile"
"Che missione?" sbraitò Arngrim prendendo per il collo Badrach.
"L...Lombert è... è una spia di Villnore"
"Cosa?"
"Sapevo che voleva rapirla, ma non pensavo che avrebbe tirato in ballo anche me"
"Tu.."
Arngrim lo sbattè a terra ed estrasse il suo spadone, ma un urlo femminile lo fece voltare.
"Jelanda"

"Arngrim, aiutami! mi fa male..."

La bottiglia cadde dalle mani della guardia quando la mano di Jelanda si strinse attorno al suo collo.
Ma quella mano non era più quella della giovane principessa: quella era un enorme mano rossa artigliata.
Mentre la guardia tentava di divincolarsi il corpo di Jelanda cresceva e, tra le sue grida, il vestito si rompeva, il corpo mutava ed apparivano corna ed artigli.
La guardia cessò di muoversi, ma ciò che l'aveva uccisa non era più Jelanda, ma un enorme mostro rosso.

Badrach fuggì ed Arngrim raggiunse il carro, dove vide uno spettacolo orribile: tutti i cavalieri erano stati orribilmente squartati da un orribile creatura umanoide rossastra.

Un sopravvisuto corse verso di lui ed Arngrim lo prese "Cosa succede"
"Quella cosa... la principessa... la pozione..."
"Dov'è Jelanda?"
"Lord Lombert... lui ci ha detto che la principessa sarebbe stata svenuta e ci ha dato una pozione da darle ma..."
"Quella cosa è Jelanda?"
La guardia non potè rispondergli.

L'essere l'aveva attaccato da dietro e l'aveva trapassato con i suoi artigli.
Arngrim, che si era spostato all'ultimo secondo, estrasse la spada e si trovò faccia a faccia col mostro.
Anche se sapeva che quella cosa era Jelanda, anche se temeva che non avrebbe vinto, Arngrim si lasciò sopraffarre dal suo spirito guerriero e si preparò allo scontro...
Forse l'ultimo della sua vita...

Improvvisamente Arngrim vide una luce e al suo fianco apparvero due donne.
Una era bionda e levitava a mezz'aria indossando un abito verde, mentre l'altra aveva i capelli Argentati ed indossava un'armatura blu, con un curioso elmo piumato...
Possibile che fosse... una valchiria?

Il mostro si apprestò ad attaccare ed Arngrim colpì, insieme alla spada della valchiria ed ad un raggio magico della donna bionda.
L'essere cadde a terra morto e le due donne sparirono.
Ma ciò ad Arngrim non importava.

Rimase un attimo ad osservare il corpo di Jelanda che tornava normale, poi corse, corse come non mai.
Per la prima volta Arngrim non voleva combattere per onore o per piacere, ma per vendetta.

Arngrim aveva capito.
Lombert era una spia di Villnore ed aveva organizzato il rapimento di Jelanda. Se però il rapimento fosse stato scoperto, aveva organizzato un piano di riserva.
Prevedendo che la principessa sarebbe stata inconscia, Lombert aveva ordinato ai cavalieri di darle una pozione, la pozione Ghoul...

Lenneth si avvicinò al cadavere di Jelanda ed alzò la mano.
Dal corpo uscì un piccolo lumicino che accolse nel suo corpo: Jelanda, il suo primo Einherjar.
Quando uno spirito diveniva un einherjar all'interno di una valchiria, esso poteva riapparire in forma "umana"
Jelanda si pose di fronte a Lenneth, in lacrime e la supplicò "Ti prego, aiuta Arngrim. Lombert è un necromante potentissimo e non ha alcuna possibilità di batterlo, ti prego..."

Lombert era nel suo ufficio quando udì le urla di dolore delle guardie.
Improvvisamente la porta si sfondò ed apparve Arngrim.
"Ti aspettavo... non mi sorprende che tu abbia capito il mio piano, ma devo ammetterlo, mi hai stupito. Non credevo che un essere umano potesse sconfiggere un Ghoul"
"Taci bastardo, ora pagherai!"
"Non credo"
Lombert mosse la mano ed Arngrim fu avvolto da un enorme colonna oscura.
"Addio..."
Improvvisamente tornò quella luce e Lenneth fece la sua comparsa.

"Malefico essere, la tua anima corrotta inquina questo mondo. Gli dei hanno decretato la tua fine"
"Chi credi di essere? Prendi"
Lombert lanciò la sua magia ma non sortì alcun effetto su Lenneth, che si rivolse ad Arngrim "Allora guerriero, non cercavi vendetta?"
Arngrim non rispose ed estrasse la sua spada, eliminando Lombert.
Quando si voltò si accorse che la valchiria era sparita, ma al suo posto c'era un manipolo di soldati.
"Ecco l'assassino della principessa Jelanda e del ministro Lombert. Prendetelo

"Fatevi sotto"

In breve tempo Arngrim li sterminò tutti, ma entrò nella stanza Maximilian, capo delle guardie imperiali e padre di Lawfer.
"Arngrin, ferma questa follia"
Arngrim alzò lo sguardo e vide la valchiria che levitava sopra Maximilian e capì.
La valchiria era lì per lui.
"Ho rimpianti?" si chiese gettando a terra la spada ed estraendo un piccolo coltello.
Alzando lo sguardo vide Jelanda al fianco della valchiria e si rispose "No", piantandosi la lama nel cuore.

Arngrim levitava nei cieli di Midgar insieme a Lenneth e a Jelanda.
"Incredibile, io prescelto come Einherjar"
"Si!" rispose allegramente Jelanda.
"Pare che avremo molto tempo da passare insieme, piccolina"
"Forza venite" disse Lenneth richiamandoli dentro di lei.
Freya le apparve accanto.
"Ben fatto Lenneth, hai recuperato due Einherjar. Ora concentrati di nuovo. Senti quest'energia oscura?"
"Si"
"Deve essere una creatura oscura, forza andiamo"
 
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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 27/2/2007, 07:25




Molti giorni erano passati da quando Lenneth aveva reclutato tra i suoi Einherjar Arngrim e Jelanda.
Dopo averli reclutati, Freya aveva mostrato a Lenneth come utilizzare la concentrazione spirituale per individuare non solo le anime dei guerrieri, ma anche quelle degli esseri oscuri che invadono Midgar, come zombie, demoni o vampiri.
Dopo averne sconfitti alcuni, Freya era tornata nel Valhalla e Lenneth aveva continuato a reclutare e mandare Einherjar secondo le richieste fattele man mano da Odino.

Ma cambiamo luogo...

Un giovane ragazzo stava camminando per dei piccoli sentieri in mezzo alla campagna di Artolia.
Indossava una semplice veste nera, con dei lunghi pantaloni ed una maglia senza maniche, sovrastate da alcune spalline e portava i lunghi capelli castani sciolti dietro alla schiena.
Improvvisamente il ragazzo si fermò ed alzò lo sguardo verso il cielo limpido, dove vide sfrecciare una figura femminile vestita con un armatura azzurra
“Quella è...”
“Lenneth”
“Dove pensi che stia andando?”
“Starà raccogliendo Einherjar per Odino”
“Cosa vuoi fare?”
“...”
“Balmung...?”
“Lasciamo stare... dobbiamo trovare Silmeria”
“Ed Alicia!”
“Si....”
“Andiamo”

Dopo un pò di camminata il ragazzo giunse in una foresta molto fitta, nella quale sembrava notte perchè i rami filtravano quasi del tutto la luce solare.
Improvvisamente il ragazzo si voltò e vide una vecchia donna che indossava uno scialle che le copriva la testa.
“Ciao ragazzo, che fai in questa foresta?”
“Passeggiavo”
“Sei coraggioso... non sai che in questa foresta vivono mostri terribili? Come ti chiami ragazzo?”
“Mi chiamo Matthew e non ho paura dei mostri”
“E della terribile vampira che gira da queste parti?”
“Tantomeno”
Il ragazzo le passò oltre, poi di colpo si voltò, estraendo la spada e puntandogliela alla gola
“Pensavi che ci cascassi così facilmente, Genevieve?”
“Allora è vero” disse la vecchia trasformandosi in una affascinante e prosperosa donna dai lunghi capelli rossi “Sei tornato, Balmung”
“Dov’è lui?”
“Stai ancora cercando la tua cara valchiria?”
“Ti ho fatto una domanda!”
“Tu stai condividendo il corpo con un essere umano?”
“Dov’è?”
“Non lo sò, potrebbe essere dovunque. E’ quasi notte, potrebbe apparire in qualunque momento”
Improvvisamente il sole tramontò e Matthew si voltò verso nord, dove avvertiva un incredibile energia negativa
“E’ lui!”
“Beh, io ti lascio” disse Genevieve sparendo
“Tu brutta!”
“Aspetta Balmung, lui è qui, lascia andare il pesce piccolo”
“Hai ragione Matthew, andiamo!”

Lenneth si voltò ed anche lei senti qualcosa: un energia oscura incredibile e potentissima
Osservò bene verso il crepuscolo e vide un castello comparire tra i monti

“Hai paura?” le chiese Arngrim
“Arn! non parlare così a Lenneth” lo rimproverò Jelanda
“Andiamo” rispose lei.

Lenneth scese di quota ed atterrò, entrando dal portone del castello.
L’aria era pesante e l’oscurità era illuminata solo dalle tenui torce appese ai muri. Nonostante ciò il castello era perfettamente pulito ed in ordine, nonostante paresse disabitato.
Dopo avere camminato per un pò per i corridoi disabitati, Lenneth salì delle scale ed osservò un simbolo su una porta, che le ricordava qualcosa.
“E’ quasi l’alba” osservò Jelanda
Lenneth si voltò e vide che il cielo iniziava a schiarirsi e capì: quello era il leggendario castello del re dei vampiri: il castello che appariva solo di notte e scompariva con l’alba. Se il castello era apparso significava che al suo interno c’era.... uno dei più grandi nemici di Odino.
Lenneth sfondò la porta e vide un lungo corridoio e cominciò a correre verso la sala del trono dove, nelle tenebre, due occhi rossi la osservavano
Lenneth fece irruzione nella stanza ed estrasse la spada, puntandola verso l’essere che sedeva sul trono
Brahms, il re dei vampiri sembrava quasi divertito dall’entrata in scena della valchiria e la osservava quasi soddisfatto dal suo trono, sopra il quale levitava un cristallo azzurro nella quale era imprigionata una ragazza bionda, che indossava un armatura simile a quella di Lenneth, ma di un azzurro più chiaro.
Brahms appariva come un semplice uomo: indossava dei pantaloni verdi ed un piccolo giacchetto di pelle verde senza maniche.
L’unica caratteristica curiosa erano gli occhi, rossi, ed i capelli, lunghi e neri che erano sparati in aria.
“Spero che tu sia preparato ad affrontare il tuo destino” disse Lenneth mantenendo la posizione d’attacco
“Non credo propio. Sei venuta a sistemare i conti lasciati in sospeso?” disse Brahms alzandosi dal trono
“Cosa?”
Brahms la guardò con uno strano sguardo sorpreso “Valchiria, che ti prende, non ti ricordi di me? Hai dimenticato persino tua sorella?”
“Sorella? Di cosa stai parlando?”
Brahms sospirò e continuò “Odino... ti stà manipolando come un burattinaio con la sua bambola”, poi si trasportò di fronte a lei sorprendendola
“Non muoverti”
Lenneth rimase sorpresa ed indietreggiò di un passo
“Non hai la forza per sconfiggermi”
Lenneth alzò la spada e si preparò a combatterlo, ma Brahms la ignorò
“Temo di dovere andare, sistemeremo i nostri problemi più avanti”
Brahms sparì e Lenneth si osservò intorno, stranamente sorpresa
“Cos’è quest’incredibile energia?, Così simile a quella di Odino?”

Improvvisamente il sole sorse ed il castello svanì nel nulla e Lenneth si ritrovò a volare a mezz’aria

Dalla foresta sottostante Matthew vide il castello scomparire
“NO! L’abbiamo mancato per poco”
“Aspetta!”
“Che succede?”
“Voltati”
Matthew si voltò e si trovò faccia a faccia con Brahms.
“Brahms....”
“Tu sei quel ragazzo... Matthew...”
“Dov’è Silmeria?”
“Balmung.... ora capisco.... ti sei rifugiato nel corpo del ragazzo?”
“Dov’è Silmeria!”
“E Alicia!”
“...”
“Rispondi!”
“Odino la distruggerebbe e lo sai: io non l’ho rapita, la stò proteggendo”
“Silenzio!” disse Matthew puntando la spada alla gola di Brahms.
“Balmung.... Io e te siamo simili: entrambi volgiamo proteggere una persona cara ed abbiamo uno stesso nemico”
“Odino....”
“Tu ti sei rivoltato contro di lui secoli fa perchè sapevi benissimo che Odino non è il buon dio che tutti credono”
“Mi stai proponendo di allearmi a te?”
“Qualcosa di simile... quella valchiria... potrebbe esserci utile.... bisognerebbe tenerla d’occhio....”
“... vedremo”
 
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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 1/3/2007, 07:30




Secoli prima....

La notte stava lentamente lasciando il posto all’alba ed il tiepido sole illuminava il campo di battaglia dove, la notte prima, si era svolta una campale battaglia tra gli einherjar ed un esercito di non morti.
La giovane valchiria dai lunghi capelli dorati camminava nella devastazione del campo di battaglia osservando con orrore i risultati dello scontro: centinaia di cadaveri giacevano a terra, sia dei nemici, sia dei suoi guerrieri.
Improvvisamente si fermò quando vide un nemico ferito a terra: il sangue colava a fiotti dalle sue gravi ferite e si reggeva in piedi a fatica, ma aveva la spada tratta ed era pronto a combattere fino alla fine.
Quando i tiepidi raggi del sole illuminarono il suo volto, la valchiria lo riconobbe
“Tu sei Brahms”
“E tu devi essere... la valchiria mandata da Odino... Silmeria, eh?”
“Il tuo esercito oscuro minacciava la pace, ecco perchè Lord Odino mi ha mandata qui”
“Eh... sei come tutti gli altri... ti fai...ti fai manipolare come una bambola senza cervello da Odino”
“Cosa?”
Brahms cadde in ginocchio e lasciò la spada “Allora uccidimi... continua a seguire ciecamente gli ordini di Odino a falla finita”
Silmeria alzò la spada apprestandosi a dare il colpo di grazia al re dei vampiri, ma poi rinunciò e rinfoderò la spada.
“Hai rinunciato?”
“Per quale motivo combatti? Per quale motivo ti sei messo contro Lord Odino?”
“Forse non ci crederai, ma l’ho fatto per aiutare gli esseri umani....”
“Aiutare gli umani? Non mentirmi, Odino mi ha sempre insegnato che voi non-morti siete nemici degli dei e degli esseri umani”
“Ahahahah, tipico... Odino non dice mai le cose come stanno.... vedi, noi non morti siamo tutti nati come esseri umani, e quindi abbiamo un forte legame con i vivi?”
“Quale forte legame? li uccidete e li divorate barbaramente!”
“Forse hai ragione, ma ciò non cambia il fatto che ciò che Odino gli ha fatto è imperdonabile!”
“Di cosa stai parlando?”
“Odino ha rubato.... ha rubato il Dragon Orb, una pietra leggendaria che ha il potere di mantenere l’equilibrio su Midgar?”
“Il Dragon... Orb?”
“Senza quella pietra, il mondo perderà la sua stabilità e lentamente cadrà nel caos... noi non morti ci siamo uniti per tentare di recuperarlo”
“Stai dicendo la verità?”
“Non ti dico di fidarti di me, ma ti consiglio di smetterla di seguire ciecamente gli ordini e di iniziare a seguire il tuo cuore”
“Il mio cuore...”
Brahms tentò di alzarsi ma ricadde a terra dolorante
“Non muoverti, ci penso io”
Silmeria si abbassò ed utilizzando le sue arti mediche curò Brahms
“Dovresti stare bene ora”
“Perchè mi hai aiutato?”
“Non contarci troppo. La prossima volta che ci incontreremo, saremo nemici”
“eh eh eh come vuoi. Cosa farai ora?”
“... penso che parlerò con Odino”
“Bhè, arrivederci Silmeria”
“Arrivederci... Brahms”
Brahms alzò lo sguardo verso la giovane ragazza bionda che volava via verso il sole che sorgeva e sentì che non l’avrebbe rivista mai più

Brahms aprì gli occhi e si ritrovò sul suo trono, nella buia sala del suo castello.
Dopo essersi guardato intorno, Brahms alzò lo sguardo verso la ragazza bloccata nel cristallo che levitava sopra al trono. Nonostante la ragazza indossasse l’armatura di Silmeria e le assomigliasse fisicamente, Brahms sapeva che non era lei.
“Perso nelle tue fantasie?” disse Matthew
“E’ colpa mia....”
“Come?”
“Se Silmeria non mi avesse incontrato.... se non le avessi parlato, lei non si sarebbe mai rivoltata contro Odino, e lui non l’avrebbe mai punita”
“Non disperarti così, lei è ancora viva”
“Si, ma è bloccata in un corpo vuoto”
“Alicia....”
“Se recuperassimo l’anima della principessa Alicia, potremmo recuperare il suo corpo e quindi potremmo salvare anche l’anima di Silmeria”
“Hai qualcosa in mente, Balmung?”
“Forse....”
“Da quello che sò , l’anima della principessa Alicia è stata punita per essersi ribellata contro gli dei e spedita nei più profondi meandri di Nifelheim”
“Alicia... come è possibile che l’anima di una ragazza così dolce ed altruista sia stata mandata in quell’inferno.... maledetto Odino!”
“Calmati Matthew, lo sò che è un ingiustizia, ma c’è un modo di salvarla”
“Cosa intendi Balmung?”
“Da soli io e te non ci siamo mai riusciti, ma grazie alle forze del signore dei non morti potremmo giungere sino nei meandri di Nifelheim e strappare l’anima di Alicia dalle grinfie di Hel”
“La regina degli Inferi....”
“Eh, Balmung, cosa ti fà credere che ti darò una mano?”
“Vuoi rivedere Silmeria?”
Brahms si alzò e si trasportò al fianco del suo compagno
“La mia forza è con te”
“Bene, andiamo”
“Ascoltami Matthew, questa missione è molto pericolosa ed ho bisogno di avere pieno controllo sul tuo corpo, ti dispiace?”
“No, fai pure...”
Il corpo di Matthew cominciò a risplendere di luce. I suoi capelli assunsero un colore argenteo ed il suo corpo venne ricoperto da una scintillante armatura azzurra, simile a quella delle valchirie, con tanto di ali bianche.
“Impressionante. Puoi assumere pienamente il controllo del tuo compagno umano”
“Si, ma non per molto, e poi comunque non posso utilizzare tutte le mie energie... comunque, andiamo”

Vagando nell’oscurità della sua stessa anima, Matthew chiuse gli occhi e rivisse il suo passato
Era nato da una coppia di servi del re di Dipan, ai quali era stato affidato il controllo di un vecchio castello in un paesino nella provincia più lontana
Matthew era cresciuto come un ragazzo normale: la sua famiglia era povera ed aveva sempre lavorato nei campi, ma aveva avuto anche una buona istruzione e Janus, anziano custode del castello, lo aveva istruito all’utilizzo delle armi, nel quale aveva sempre brillato.
A 8 anni la sua vita cambiò, il giorno in cui i suoi genitori gli annunciarono che presto la principessa di Dipan si sarebbe trasferita al castello.
Da quel giorno Matthew cominciò ad attendere con ansia il momento in cui avrebbe visto la principessa e ogni volta si immaginava come potesse essere. Nonostante sapesse che la principessa aveva solo un paio di mesi in pi di lui, Matthew la immaginava come una ragazzina più grande, altezzosa, sfarzosa e viziata, ed il giorno in cui finalmente arrivò al castello, non potè rimanere più sorpreso.
Quel giorno Matthew si stava allenando con la spada nel retro della sua casa, quando vide un piccolo manipolo di cavalieri che si avvicinava.
Inizialmente rimase in disparte ad osservarli mentre facevano vari accordi con i suoi genitori, poi si avvicinò e vide una piccola ragazzina, che si guardava attorno smarrita e spaventata.
“Ciao!” le disse
“ehm... c... ciao”
Matthew le porse una piccola rosa che aveva trovato nel giardino dietro casa. Non era particolarmente bella, ma gli piaceva e voleva regalarla a sua mamma, ma ora gli sembrava più giusto darla e lei.
“Tieni te la regalo. Io mi chiamo Matthew”
Lei alzò lo sguardo e gli sorrise. Matthew restò incantato dai suoi occhi blu, profondi e bellissimi, ma anche molto tristi.
“Grazie... Io mi chiamo Alicia”


Mentre Matthew era assorto nei suoi ricordi, in un altro luogo stava succedendo qualcosa...

Una donna sui quarant’anni, vestita con un lungo abito viola, stava camminando per i lunghi corridoi della più prestigiosa università di Midgar: l’università per maghi ed alchimisti di Flenceburg
Quando la vide, un piccolo gruppo di studenti si sposto e si piegò in un lieve inchino
“Buona notte direttrice Lorenta”
“Buona notte ragazzi, stò andando a casa. Ci vediamo domani”
“Buonanotte... e buon compleanno”
“Arrivederci”

“Ah, finalmente a casa.... Sarà già a letto?” Lorenta alzò lo sguardo e vide che la luce della stanza del piano superiore della sua casa era spenta, dunque significava che suo marito si era già addormentato “Direi di si”
Lorenta fece per aprire la porta d’ingresso, quando sentì un rumore alle sue spalle. Si voltò e vide un piccolo gatto nero.
“Ti sei perso piccolino?”
Il gatto miagolò e si strusciò sulle sue caviglia, poi la guardò in volto.
Lorenta provò un sussulto quando vide che gli occhi del gatto divennero rossi ed iniziò a parlare.
“Oggi era il compleanno della mia insegnante preferita, vero? Dovremmo celebrare con una rimpatriata, per ricordare i vecchi tempi. Il gatto ti mostrerà la strada. E vieni da sola, tuo marito è già qui con me e ti stiamo aspettando con ansia. firmato... Lezard Valeth”
Il gatto la guardò e corse via
“Lezard....quel ragazzo?”


Lorenta camminò fino alla torre di Lezard e salì sul tetto, propio mentre il cielo veniva ricoperto da minacciose nuvole nere cariche di pioggia.
Mentre in lontananza si cominciavano a sentire rombi di tuono, Lorenta salì sul tetto della torre e vi trovò suo marito, svenuto.
Accanto a lui c’era un giovane ragazzo dai capelli castani, poco più che ventenne, vestito con degli abiti scuri ed un lungo mantello, che portava un grosso paio di occhiali.
“E’ passato molto tempo, cara insegnante”
“Eri e sei il più brillante studente che io abbia mai avuto. Cosa ti spinge a fare una cosa del genere? Hai fatto tutto ciò, rapire mio marito...., per vendicarti di me? Io ti ho cacciato dalla scuola, quindi ti prego, lascialo andare, non ha nulla a che fare con me”
“Vendetta? Pensi che ti porterei tanto rancore solo per il fatto di avermi espulso dall’accademia””
“Se non è quello, allora perchè?”
“Ero interessato ad usare il rapporto che lega una coppia da così tanto tempo.”
“Cos... cosa vuoi dire?”
“Capirai... addio”
Sotto i piedi di Lezard comparve una stella viola a cinque punte e poi scomparve insieme a lui.
“Quella... quella era una magia di teletrasporto, con tutta quella forza al suo controllo, perchè si comporta così, Lezard”
Lorenta corse subito a controllare le condizioni del marito e si chinò su di lui.
“Caro?”
“Lor...enta”
“Sono qui, non preoccuparti, andrà tutto bene”
“No... quell’uomo.... mi ha dato... una specie di... pozione. mi sembra... mi sembra che il mio corpo sti....AHHHHHHHHH!!!!”
L’uomo cominciò a contorcersi dal dolore
“Ucc...cidimi”
“No, lo sai che ti amo sopra ogni cosa... non posso”
L’uomo cominciò ad avere le convulsioni, poi il suo corpo cominciò a crescere, assumendo un colore grigiastro e diventando un enorme mostro

Nel suo ufficio all’interno della torre, Lezard rideva con gusto.
“Puoi sentirlo?, l’amore di questi due innamorati spezzato da un essere malefico. Tu non puoi tollerare una dissacrazione simile. Oh dea, io ti adoro! Oh dea, mostrati! Vieni a me, Valchiria!”

Lenneth apparve sul tetto della torre e falciò il mostro, poi osservò il cadavere della donna che giaceva al suo fianco e ne raccolse l’anima, essendosi guadagnata il diritto di divenire un einherjar.
Dopo avere udito la sua storia, Lenneth comprese che nei meandri della torre si nascondeva una creatura malvagia ed entrò
 
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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 12/3/2007, 07:42




Dopo avere vagato a lungo per i corridoi ed i meandri della torre, Lenneth raggiunse finalmente il centro, dove trovò un enorme stanza, ricca di tavoli con bottiglie ed alambicchi, tipici di un alchimista.
Al centro della stanza si trovava un enorme capsula piena di un liquido verdastro, nella quale si trovava una specie di forma umanoide, e vicino ad essa, stava un ragazzo, che si voltò quando Lenneth entrò
“Benvenuta Valchiria, mia cara. Quanto ho aspettato questo momento... Il mio cuore è felice come quando misi gli occhi su di te per la prima volta, mesi orsono... Valchiria, amore mio”
Lenneth si apprestò ad estrarre la spada, ma il ragazzo evocò una stella magica sotto i suoi piedi e sparì, riapparendo propio di fronte alla capsula
“Una magia di teletrasporto?” si chiese Lenneth “Come fa quell’umano a conoscere una magia proibita?”
“Ci ho pensato sin da quando ti ho vista per la prima volta” continuò Lezard “Dei, che esistete nello stesso mondo degli esseri umani, che creature siete in realtà?”
“...”
“Ho dedotto che voi dei siete come le anime umane, e così ho creato questo vessello” disse indicando la donna umana che galleggiava all’interno della vasca “Diciamo che ho sfruttato un elfo ed un umano per creare questo Homuncolo, un vessello degli dei, per accoglierli al suo interno... cara Valchiria, l’ho fatto per te!”
“Hai ucciso quella coppia sul tetto solo per attirarmi qui”
“Si, naturalmente”
“E hai ucciso innumerevoli umani ed elfi solo per creare quel vessello?”
“Beh, si... Non è la dea in te che voglio, io voglio renderti umana ed averti mia. Se ti unirai all’Homuncolo, sarai umana, e dunque potrò averti al mio fianco...”
“Tu sei un folle! Come puoi avere certi pensieri! Gli umani che vanno oltre i limiti designati, non solo meritano la morte, ma l’annientamento totale!”
Lenneth estrasse la spada e si lanciò contro Lezard, che si teletrasportò prontamente, ma lei continuò l’attacco e distrusse la capsula, facendo precipitare a terra l’Homuncolo.
Lezard riapparve poco lontano con un aria di sufficienza “Oh, poco male, posso crearne quanti ne voglio”
Lenneth si preparò a colpirlo, ma lui sparì ancora ed apparve sul davanzale di un balcone, chiuso fino a poco tempo prima.
“Mi auguro di incontrarti di nuovo”
“Ora fuggi? Come può esistere secondo te l’amore tra uomini e dei?”
“Cosa hai detto? Tra uomini e... dei? Tu non hai la più pallida idea di cosa sei in realtà....”
“Non essere ridicolo, io so chi sono. Io sono la Valchiria Lenneth, dea di sesto livello. Lord Odino è mio padre ed il mio creatore”
“Fai come credi, mi porta poco Valchiria, ma ricordati che tu appartieni a Lezard Valeth”
“Sciocchezze!”
“Ci rivedremo, dolcezza”
Così dicendo Lezard evocò la magia di teletrasporto e si lanciò dal balcone, sparendo.
Lenneth lo ignorò ed entrò nella stanza adiacente a quella di Lezard, dove si trovavano molte vasche simili a quelle nell’altra stanza, ed in ciascuna di esse c’era un Homuncolo
“Cos’è questo posto?”
Lenneth si avvicinò ad una capsula ed osservò meglio l’Homuncolo al suo interno
“Quell’umano.... cosa ha fatto?”
Lenneth osservò anche gli altri Homuncoli e si rese conto di una cosa: erano tutti uguali a lei...
Con uno scatto d’ira Lenneth estrasse la spada e distrusse la prima vasca, poi quella accanto e poi si lanciò all’assalto distruggendo le altre.
Dopo aver distrutto l’ennesima vasca, Lenneth corse accanto ad una vasca vuota e si apprestò a distruggere anche l’ultima, ma poi fermò la lama a pochi centimetri dal vetro, quando vide che l’Homuncolo a suo interno era una bambina di si e no dieci anni.
Come tutti gli altri Homuncoli, sembrava dormisse, ma a Lenneth provocava una stranissima sensazione... forse era paura, ma lei sentiva che c’era qualcosa di più...qualcosa di stranissimo.
Lenneth sentiva di aver già visto quella giovane ragazza... ma dove...
“Com’è possibile...”
In preda ad una terribile angoscia, Lenneth lasciò cadere la spada ed indietreggiò, appoggiando le spalle contro il muro.
“Come...”



Il sole stava lentamente scendendo sotto le montagne a nord, ed un cavallo marrone sfrecciava rapido su una strada battuta tra i verdi campi.
Il giovane ragazzo continuava a spronare il suo destriero perchè non vedeva l’ora di tornare al castello, da Alicia.
Dieci anni erano passati da quando Matthew aveva conosciuto la giovane principessa Alicia, e tra loro si era formato un legame strettissimo, che con gli anni era fiorito fino a diventare amore.
Solo a Matthew, infatti, Alicia aveva rivelato il suo segreto più grande: sin da quando era nata, Alicia aveva condiviso il suo corpo con quello della valchiria Silmeria.
Da quello che Alicia gli aveva raccontato, Silmeria era una fedele valchiria di Odino, ma dopo aver conosciuto un certo Brahms, si era ribellata a lui ed era stata punita.
Nonostante avesse perso il suo corpo, l’anima di Silmeria era rimasta libera e si era unita a quella della primogenita del regno di Dipan.
Condividendo lo stesso corpo, Silmeria può parlare e a volte controllare il corpo di Alicia, e lei può sentire la sua voce nella sua mente, e a causa di questo strano comportamento, Alicia fu esiliata e data per morta dal Re Barbarossa.
A causa di questo trauma d’infanzia, Alicia era cresciuta timida ed insicura, e l’unica persona con cui si apriva totalmente era Matthew
Il sole era praticamente tramontato e Matthew stava per risalire la collina che dominava il castello, ma si accorse che qualcosa non andava: una colonna di fumo si ergeva dalla valle, nel luogo dove sorgeva il castello.
Preoccupato, Matthew spronò il cavallo e quando giunse in cima alla collina, vide con orrore che il castello era stato distrutto e che le fiamme bruciavano ancora vive al suo interno.
Matthew corse subito verso le case della servitù, ma si accorse che erano intatte.
I suoi genitori ed i pochi servi rimasti erano fuori dalle case e parevano feriti solo lievemente.
“Matthew!”
“Madre, cos’è successo?”
“Non lo sò! C’è stato un lampo che ha colpito il castello, e poi sono iniziate le esplosioni”
“State bene?”
“Si, noi eravamo fuori, ma Joseph e la principessa erano nel castello”
Matthew scese dal cavallo e corse verso le rovine del castello.
“Aspetta Matthew!”
Matthew si voltò e vide suo padre che gli correva con in mano la sua spada.
“Prendila, non si sà mai”
“Grazie...”
Matthew si voltò e corse verso il castello.
Dopo aver camminato un pò per i corridoi semi distrutti, Matthew udì un lamento e spostò alcuni tronchi di legno, trovando l’anziano consigliere e fedele maggiordomo di Alicia.
“Joseph!”
“Signorino Matthew...”
“Cos’è successo?”
“La valchiria nera... l’ho vista.. lei ha fatto ciò”
“Dov’è Alicia?”
“E ’fuggita. Credo che si stesse dirigendo verso Dipan...”
“Dipan...”
“Ascoltami Matthew, la valchiria ha detto che la vendetta divina stà per abbattersi su Dipan...”
Matthew improvvisamente ricordò una cosa: Alicia gli aveva detto che Silmeria si era unita a lei perchè sapeva che il re di Dipan aveva deciso di rivoltarsi contro gli dei e voleva allearsi a lui contro Odino.
Ciò significava che Alicia si stava dirigendo verso il pericolo
“Maledizione”
“Devi trovare Alicia e fermarla prima che sia troppo tardi”
“Lo so...”
“Non preoccuparti per me, non sono ferito gravemente”
“Occupati di mia madre, d’accordo?”
“Fidati di me”
Matthew saltò sul suo cavallo e lo lanciò velocissimo al galoppo, in direzione di Dipan

Torniamo al presente.

Tra le vie del mercato di Gerabellum, una giovane ladra dai capelli rossi si aggirava tra la folla, rubando con destrezza dalle tasche della gente.
“Ahh... nessuno di questi perdenti vale qualcosa.... meglio tornare a casa e...”
Improvvisamente gli occhi le caddero su Lenneth, che si aggirava per le strade in forma umana, vestita di semplici stracci. Ciò che la attirò di più erano i suoi capelli argentati.
“Eh? Quella è...”
Improvvisamente le tornò alla mente un dialogo che aveva avuto con il “capo” della sua banda di criminali, un giovane di nome Lucian, del quale era innamorata, ma non ricambiata, a proposito di un’amica d’infanzia di lui.
“E com’era?” chiese lei “Era bella?”
“Bah... aveva si e no 14 anni... ma ora... ora sarebbe certamente bellissima”
“Hmm...”
“Bhè, forse non era così eccezionale, ma...”
“Ma?”
“I suoi capelli... erano argentati, e quando il sole li colpiva, brillavano come smeraldi... era bellissimo...”
“...”
La ragazza chiuse gli occhi e pensò “La ami ancora dopo tutti questi anni”, poi guardò ancora Lenneth, con un misto di rabbia e sorpresa.
“Capelli argentati... non può essere lei, è un’altra persona... la ragazza di cui parla... è morta da anni”
Questi pensieri non le impedirono però di afferrare un sasso da terra e di scagliarlo con forza sulla testa della ragazza, per poi correre via.
Dopo un pò di corsa, si rifugiò ansante dietro un muro e pensò
“Cosa stò facendo? Come posso essere gelosa di un estranea?”

Lenneth, lievemente ferita alla testa, venne accolta in casa da una dolce vecchietta di nome Dolce, che la curò.
“Tutto ok? Perdonala, è solo una bambina”
“Chi?”
“La ragazza che ti ha lanciato la roccia è la mia nipotina”
Improvvisamente la porta si aprì ed entrò un giovane dai capelli castani ed un armatura rossa.
“Signora Dolce, le ho portato i guadagni di oggi”
“Oh, sei tu Lucian. Grazie per la tua generosità... Oh! Questa ragazza è Meryl. Poco fa Claire le ha lanciato una pietra.
“Cosa? Non è da lei! Mi dispiace signorina, Claire è solo una piccola... COOOSA?”
Lenneth si voltò e lo guardò
“C’è qualcosa che non va?”
“Scusa, non è nulla”
“E’ un piacere fare la tua conoscenza, Lucian”
Lucian si girò e se ne andò stupito, mentre Dolce parlò a Lenneth.
“Una vecchia donna come me ha problemi a vivere da sola, perciò è il mio Lucian a sostenermi... spero solo che quei soldi siano guadagnati in modo onesto”.

Nello stesso momento, nella locanda del paese, Lucian stava litigando con Claire.
“Cosa ti importa di cosa ho fatto o perchè?”
“...”
“Ok, l’ho fatto perchè ero gelosa! L’ho fatto perchè era bellissima! L’ho fatto perchè aveva i capelli argentati!”
“Claire...”
“Sai cosa si prova? Sai come mi sento a doverti dividere con il suo fantasma?”
Così dicendo Claire corse fuori in lacrime e Lucian si appoggiò alla finestra, esaminando un piccolo sacchetto che aveva sempre con se, che conteneva un orecchino ed una ciocca di capelli argentati.
“Platina” disse lui.
Nello stesso momento, appena fuori città, Lenneth riassunse il suo aspetto normale e volò di nuovo nel cielo.


Due figure si fecero largo tra le nebbie di una piccola isola situata al largo delle coste.
Una indossava un armatura blu, aveva i capelli argentati ed un paio di ali, mentre la seconda appariva più massiccia ed aveva i lunghi capelli neri.
“Eccoci arrivati” disse Brahms
“E’ questa?” chiese Balmung
“Esatto, la Cava dell’Oblio, l’unico collegamento tra Midgar e Nifelheim”
Da dentro il corpo di Balmung, parlò Matthew “Sei sicuro, Brahms? Qui dentro troveremo l’anima di Alicia?”
“Questo è solo l’inizio... e non sarà facile.... forza andiamo”
“Andiamo”
“Ti copro le spalle Balmung” disse Matthew.
“Ok”
I due penetrarono nella caverna, che odorava di morte e di carne in putrefazione.
“Che odore orribile Brahms, cos’è?”
“Carne in putrefazione, zombie, non morti selvaggi e mostruosi rifiutati da chiunque... tipo quello”
Brahms si fermò ed indicò un immenso drago zombie che gli si era parato davanti.
Parte del suo corpo stava marcendo ed era in evidente stato di decomposizione, e in molte parti si vedevano addirittura le ossa.
Balmung estrasse la spada e si preparò a combattere al fianco di Brahms, mentre attorno a loro sorgevano centinaia di cadaveri in decomposizione, umani e non.
 
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Solar_Wings
CAT_IMG Posted on 19/3/2007, 07:17




Lenneth atterrò vicino alle rovine di un castello, dalle quali avvertiva una terribile forza negativa.
Camminando tra le vie devastate del piccolo borgo al di fuori del castello, ormai disabitato da secoli, raggiunse una piazza, al centro della quale c’era una ghigliottina.
Quando Lenneth si avvicinò per esaminarla, non trovò nulla, ma quando voltò le spalle per andarsene, udì una voce
“Oh...così questi sono i frutti della terra amata che ho servito tutti questi anni? Cosa è successo alla gente che mi amava, che mi onorava... cosa? Grrrr... Dallas! Gyne! Walther! Eravate i miei consiglieri più fidati! Dove siete ora?”
Lenneth si voltò e vide un uomo vestito in abili regali, accanto alla ghigliottina, che le dava le spalle.
Quando si voltò e la vide, il volto dell’uomo venne avvolto da una grande rabbia
“Tu... tu sei la serva di satana... valchiria... quegli occhi, freddi come ghiaccio... non li dimenticherò mai! Tu sei colei che ha distrutto il nostro regno!!
.”..Cosa? Non ho intenzione di discutere con i morti, ma non intendo scusarmi per qualcosa che non ho fatto!”
“Non tentare di ingannarmi... In nome di tutti quelli che hai ucciso.. io ti distruggerò”
Il corpo del re cominciò ad illuminarsi e crebbe, divenendo un enorme armatura senza testa.
“Non vincerai”
Lenneth estrasse la spada ed affrontò il mostro, che dopo un lungo scontro cadde sconfitto..
“No... io non posso sparire così... questo dolore non è nulla comparato a quello subito dalla mia gente”
Il mostro si rialzò e combattè , ma venne di nuovo sconfitto..
“Nessuno può distruggermi! Io rivendicherò l’onore perduto del mio popolo e lo riporterò alla gloria”
Lenneth rinfoderò la spada e lo osservò “Ora comprendo: questi pensieri vendicativi ti legano a questo posto indissolubilmente... per liberare la tua anima dovrò trovare il modo di rompere le catene che ti legano a questo luogo... ma come.... forse... nel castello?”
Lenneth esplorò i corridoi diroccati del castello e scese nei sotterranei, dove vide un misteriose cerchio per terra, attoeno al quele erano disposti dei critalli, collegati ad uno strano macchinario.
Quando Lenneth entrò nel cerchio, il macchinario si riaccese ed i suoi motori cominciarono a rombare. Il cristalli iniziarono ad illumunarsi ed il cerchio creò un aura, che avvolse Lenneth
“Cosa?”
Lenneth fu avvolta dalla luce, e quando quella si dissolse, riaprì gli occhi e si ritrovò nella stessa stanza, solo che c’era qualcosa di strano.
Tornò sui suoi passi e vide che decisamente qualcosa era diverso: i corridoi erano luminosi, la luce filtrava dalle finestre integre e le colonne che prima erano a terra, si ergevano tranquille al loro posto.
Quando Lenneth uscì dal castello e vide il borgo, allora capì: il borgo era normale, come una qualunque città, ed era abitato.
“Questo è il passato... la macchina deva avermi portato nel passato”
Assorta nei suoi pensieri, Lenneth udì un rumore e si nascose dietro ad una statua, assumendo le sue sembianza umane.
“Nessuna pietà per chi resiste” disse una fredda voce femminile
“Si”
Poco dopo, propio davanti alla statua si fermò una valchiria, dai capelli e l’armatura nera. Accanto ad essa c’era un guerriero dai capelli castani ed un cicatrice sull’occhio, che portava un enorme spadone.
“Cosa è successo a Barbarossa?” chiese la valchiria
“I preparativi per la sua esecuzione pubblica sono ultimati, ma non sappaiamo ancora dove si sono nascosti i tre maghi”
“Lasciateli stare... abbiamo il re ed il macchinario temporale. Non possono fare più nulla.”
“E la regina? Nel castello dovrebbe esserci una stanza segreta”
“Andiamo”
L’uomo se ne andò, ma la valchiria rimase e si guardò attorno
“Quest’energia..... Lenneth?.... no, non può essere. dev’essere la mia immaginazione”
La valchiria si rasserenò ed inseguì il sosia di Arngrim.
Lenneth uscì dal suo nascondiglio ed osservò la donna che si allontanava
“Hrist.....”

Lenneth raggiunse i piani superiori del castello e, nella stanza del re, trovò un libro diverso dagli altri, che, una volta mosso, rivelò l’accesso alla stanza segreta.
“Chi c’è qui?” chiese Lenneth
Una donna attorno ai 50 anni uscì da dietro una statua.
“Tu... come sei arrivata qui”
“Qui?... intendi in questa stanza segreta?”
“... io sono Malabeth, moglie di Barbarossa, re di questo regno. Il re è stato ingannato. Ha ascoltato le lingue biforcute dei suoi tre maghi e consiglieri, e quando lo ha capito, ormai era troppo tardi. Aveva sfidato gli dei, e ora questo è il risultato”
La donna si avvicinò a Lenneth e le onsegnò una corona
“Per favore, porta questa corona al re. Ha sempre voluto essere re, fino alla fine...”
Lenneth prese la corona e si avviò verso il borgo, ma ormai il sole stava tramontando, ed il re era già stato legata alla ghigliottina.
Da un balcone sopraelevato si affacciò la valchiria nera
“Osservate, finchè potete. Osservate la fine del vostro “re”, che ha tradito e sifdato gli dei e tutte le leggi della natura”

Una ragazza dai lunghi capelli biondi correva ansimando per le vie del borgo, nel tentativo di raggiungere la piazza in tempo e per fermare l’esecuzione.
Quell’uomo l’aveva trattata malissimo in passato, ma ora non le importava più: Barbarossa era il padre che non vedeva da dieci anni ed Alicia voleva salvarlo.
Era andata a Dipan seguendo il consiglio di Silmeria, per allearsi al re ed affrontare Odino, ma quando era a pochi kilometri dalla città, aveva scoperto che un esercito mandato da Odino in pqersona era stato mandato per distruggere la città e punire il re.
Alicia entò nella piazza e si vece largo tra la folla, ma ormai era tardi.
La valchiria nera puntò il pollice verso il basso e la lama della ghigliottina calò implacabile, uccidendo il re.
“NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!”
Alicia urlò di dolore e cadde in ginocchio tra le lacrime, mentre la valchira rideva, e rideva con una risata malvagia.
Quando la udì, lo sguardo di Alicia cambiò: non era più dolore quello che provava, ma un odio profondo.
E non era solo lei che provava quest’odio, ma anche la valchiria che era in lei
“Maledetta.... MALEDETTA!!!!!!!!”
La valchiria nera si voltò ed osservò Alicia.
“Ti stavo aspettando.... consegnami lò’anima di Silmeria e potrai raggiungere tue padre senza troppe sofferenze”
“SILENZIO!” Alicia e Silmeria parlavano all’unisono, e le loro anime erano fuse come se fossero una sola “Hrist, questa volta pagherai... la pagherai cara!”
Alicia si alzò, e sul suo corpo comparve la classica armatura delle valchirie, solo che aveva un colore azzurro molto più chiaro di quello di Lenneth, poi le comparve in mano una lancia e si gettò all’assalto contro Hrist, che estrasse la spada appena in tempo per bloccare il colpo.
“Non puoi fermarmi sorella”
“Morirai. Qui, ora”
Così dicendo le due valchirie si allontanarono combattendo

Lenneth arrivò troppo tardi: la folla si era già dissipata ed era rimasto solo il corpo senza vita del re.
“Sono arrivata tardi”
Lenneth si avvicinò e guardò con pietà il re
“Barbarossa...”
Improvvisamente la luce la avvolse di nuovo e Lenneth tornò nel presente, dove corse subito nella piazza della ghigliottina, dove lo spirito del re era ancora lì, trasformato nel mostro..
“Barbarossa.. tua moglie mi ha detto tutto”
“Non essere ridicola”
“Ho portato questa con me”
Lenneth gli mostrò la corona ed il re rimase sconvolto
“... quella...non può essere. Io la diedi a Malabeth il giorno dell’invasione”
“Esatto”.
Il re riassunse la sua forma umana e Lenneth gli riconsegnò la sua corona.
Lui se la rigirò un pò tra le mani e poi esclamò “Capisco...ma non importate se sono stato ingannato o no. Era la mia folle ricerca dell’eternità che ha portato questa distruzione: la responsabilità è solo mia. I miei maghi stavano solo obbediendo fedelmente ai miei ordini. Io sono orgoglioso di loro, che erano senza peccato, non è vero?”
“... forse hai ragione”
“Questo dialogo tra me e te è stato molto utile. Ora sento di essere pronto a lsciare queste preccupazioni e a lasciare questo mondo. Ti ringrazio con tutto il cuore, valchiria”.
Il re si rimise la corona ed il suo spirito scomparve con un volto radioso di chi finalmente ha trovato la pace.
Quando il re se ne andò Lenneth si voltò
“E ora vediamo i veri colpevoli! Hanno portato lo spirito senza riposo del re in questo tempo, ma non hanno considerato quanto fosse forte l’amore tra il re e la regina, anche a distanza di secoli. Mi sentite vero, folli maghi?”
Tre spiriti, ammantati rispettivamente di rosso, verde e blu, apparvaro accanto a Lenneth.
“Ah! Valchiria! Dea dei folli”
“Per la seconda volta osi interferire con noi”
“ci sono voluti anni per evocare l’anima del re”
“In ogni caso era solo un piccolo e stupido idiota”
“Ah, puoi ben dirlo! Lo abbiamo usato per i nostri scopi ed è morto come meritava”
“Come osate prendervi gioco di re Barbarossa! non ofendete le parole di un saggio re”
“Ah! una dea che difende un cadavere... divertente”
“Prendici se hai il coraggio”
I tre maghi scomparirono, ma Lenneth sapeva benissimo dov’erano.
“Nel castello... ridurrò questo posto in un ammasso si macerie!”

Poco tempo dopo Lenenth volò via dal castello, che era stato quasi distrutto dalla sua potenza, e con lui anche i tre maghi.
Ora gli abitanti di Dipan ed il loro re potevano davvero riposare in pace.

Balmung e Brahms si stavano facendo strada tra le centinaia di zombie che li avevano circondati, che lentamente avevano cominciato a diminuire di numero ed avevano rinunciato ad attaccare.
“Se ne vanno” disse Balmung
“Ecco la ragione”
Balmung si voltò in direzione di ciò che indicava Brahms e vide un enorme portale rosso fuoco.
“L’accesso per Nifelheim”
I due si avvicinarono alla porta e Balmung cominciò a sentire un calore immenso
“Che calore”
“Questo ti pare caldo, Balmung? Allora preparati ad una brutta sorpresa”
Brahms afferrò la porta e la aprì, ed un incredibile vampata di calore li investì.
“Dopo di te”
E così i due entrarono all’interno dell’inferno noto col nome di Nifelheim.
La luce delle fiamme abbagliò per un attimo Balmung, che poi riaprì gli occhi e vide un’immensa voragine conica, con delle scale a chiocciola che percorrevano la sua superficie, fino nel punto più basso, dove le fiamme erano più intense.
Brahms scese le scale senza problemi, mentre Balmung faceva un pò di fatica.
“Essendo fuso con un umano il tuo corpo è più debole”
“Anche se in apparenza sembro nel mio vero corpo, in realtà stò usando come base quello di Matthew, che è un comune essere umano”
“Grazie!”
E così dicendo i due proseguirono la loro discesa, finchè giunsero nel centro di Nifelheim, dove bruciava un enorme fuoco.
La pressione ed il calore erano insopportabili e Balmung si reggeva in piedi a fatica, e sembrava che anche Brahms ne risentisse
“Che facciamo ora?”
“Dobbiamo passare lì dentro!”
“Cosa?”
“Hel si trova li in mezzo, insieme all’anima di Alicia”
“Ne sei certo?”
“Fidati!”
“Io non mi fido di te, vampiro”
“Come vuoi”
Brahms prese la rincorsa e si gettò nelle fiamme.
“Che facciamo Matthew?”
“Ti fidi di lui?”
“Non del tutto”
“Ma dobbiamo trovare Alicia”
“Allora saltiamo”
E così dicendo Balmung si fece coraggio e si lanciò nel fuoco.
Chiuse gli occhi per paura di sentire il calore delle fiamme, ma in realtà non sentì nulla.
Quando li riaprì, si trovò in un’enorme sala del trono, completamente composta da cristalli neri.
Sul trono sedeva una donna che indossava una lunga tunica ed aveva dei lunghi capelli viola
“Posso sapere il motivo che vi ha spinti a venire fino a qui?”
“Hel! regina degli inferi”
“Restituiscici subito l’anima di Alicia”
“Balmung, traditore di Odino. Brahms, nemico giurato degli dei, come osate fare irruzione nel mio terreno sacro e darmi ordini? L’anima dell’umana Alicia mi è stata affidata direttamente da Lord Odino in persona, a causa dei suoi peccati contro gli dei, quando era in vita, e non la cederò certo a voi due”
Balmung, che si era ripreso dagli effetti del fuoco, estrasse la spada e la puntò alla nemica.
“Allora dovrai affrontarci”
Hel si alzò e li osservò con rabbia
“Maledetti nemici degli dei, voi non avrete mai l’anima di Alicia, anzi, mi prenderò le vostre e le farò bruciare per sempre nelle fiamme di Nifelheim”
“SE riuscirai a prenderle” disse spavaldamente Brahms
“Credete di avere la benchè minima possibilità di battere la dea degli inferi nel cuore del suo regno, nel cuore di Nifelheim?”
 
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CAT_IMG Posted on 22/3/2007, 07:15




Alicia ed Hrist stavano combattendo con furia in una zona deserta poco distante da Dipan.
“Perchè... dimmi perchè ci hai traditi?” chiese Hrist.
“Silenzio! Tu hai ucciso mio padre!”
“Non voglio parlare con te misera umana... dov’è Silmeria?”
Silmeria prese il controllo e parlò “Io non vi ho traditi! E’ Odino che ci ha traditi”
“Come puoi offendere nostro padre?”
“Odino ci ha traditi tutti! Noi dei esistiamo per aiutare gli esseri umani, e Odino vuole solo il loro dolore”
“Tu... tu preferisci schierarti contro nostro padre e tutta la tua razza, per difendere questi miserabili mortali?”
“Si!”
Silmeria tentò di colpire Hrist, ma lei evitò il colpo e la fece cadere a terra, facendole perdere l’arma e puntandole l’arma alla gola.
“Mi hai deluso Silmeria... mi hai davvero deluso... quando avrò eliminato quest’umana, riporterò il tuo spirito da nostro padre, che saprà punirti a dovere”
Il corpo di Hrist si illuminò di una luce nerastra
“Tutto sommato sei stata un’ottima avversaria, umana, e quindi ti darò l’onore di morire sotto al sacro colpo delle valchirie: il Nibelung Valesti”
“E’ finita Silmeria... perdonami, non ho saputo aiutarti”
“No... perdonami tu Alicia... da quando mi hai incontrata la tua vita è solo peggiorata... perdonami...”
Hrist alzò la spada e si preparò a colpire “Nibelung...”
Una vampata di energia rossastra investì Hrist, spazzandola lontana.
“Chi osa?”
“Tu.....”
Silmeria guardò verso il suo salvatore e riconobbe Brahms, il guerriero che l’aveva spinta a ribellarsi contro Odino
“Silmeria fuggi, la terrò occupata io!”
“Tu... maledetto....”
Hrist si scagliò contro Brahms ed i due iniziarono a combattere selvaggiamente, mentre Silmeria si rialzò
“Tutto bene?” le chiese Alicia
“Si. Dobbiamo aiutarlo!”
“Sei sicura?”
“Lui è con noi”
Brahms guardò Silmeria, che impugnava la sua lancia e capì, poi schivò una spadata di Hrist e la spinse via, poi evocò dei tentacoli magici e le imprigionò braccia e gambe.
“Come osi.. tu...”
“Silmeria! ORA!”
Silmeria saltò in aria e dalla sua schiena apparvero due ali piumate.
“E’ finita Hrist! Nibelung Valesti!”
Silmeria scagliò la sua lancia, che cadde come un meteorite su Hrist, ma all’ultimo una barriera la bloccò.
“Cos...”
Brahms non fece in tempo a finire la frase, che un fulmine lo colpì in pieno, facendolo cadere in ginocchio dolorante.
Un altro fulmine colpì Silmeria, che precipitò al suolo.
Prima di svenire, Silmeria vide una figura apparire accanto a Hrist: Odino....
“No.....”

Matthew, che era giunto a Dipan poco dopo l’esecuzione di Barbarossa, corse verso il luogo della battaglia, ma si accorse di essere arrivato troppo tardi.
Alicia, che indossava una strana armatura azzurra, giaceva a terra immobile. Di fronte a lei c’erano un uomo dai capelli grigi e quella che sembrava una valchiria nera, e a frapporsi tra loro ed Alicia c’era uno strano individuo alto e muscoloso.
Matthew si avvicinò a distanza ravvicinata ed udì qualcosa che gli fece crollare le gambe

“Ho già preso l’anima della ragazza umana. La spedirò a Nifelheim. Spostati Brahms. Fammi largo e dammi il corpo nella quale è rinchiuso lo spirito di Silmeria” disse Odino.
“Mai!”
“Senza l’anima della ragazza, Silmeria non è in grado di controllare da sola il suo corpo”
“Non ti permetterò di prenderla!”
“AHHHHHHHHHH”
Matthew si lanciò all’assalto contro Odino, con la spada sguainata in mano.
Non gli importava nulla se quello era il re degli dei. Non gli importava nulla se sarebbe morto. Lui non poteva semplicemente accettare la morte di Alicia, della sua Alicia..
“Sparisci, umano!”
Odino lanciò un raggio energetico verso Matthew, che aprì una voragine nella terra e lo fece cadere.
Nell’unico istante in cui Odino era distratto, Brahms ne approfittò e prese il corpo di Alicia, contenente l’anima di Silmeria, e si teletrasportò con lei..
Quando Odino se ne accorse era troppo tardi e Brahms se n’era già andato.
“Maledizione!”
“Cosa facciamo padre?”
“Non preoccuparti. Hrist, torniamo al Valhalla”
“D’accordo”
Così dicendo le due divinità se ne andarono e lasciarono il campo di battaglia deserto.

Nelle profondità del cratere in cui era precipitato, Matthew aprì lentamente gli occhi, ma non si mosse...
Non voleva muoversi... l’unica cosa che voleva fare era piangere.
Alicia... la sua dolce Alicia non c’era più... era stata portata via dalla crudeltà di un dio ingiusto.
“Tu... stai soffrendo?”
Matthew alzò gli occhi ma non vide nessuno nel buio.
“Chi sei?” chiese
“Il tuo cuore è pieno di dolore... e di odio...”
Matthew si alzò, e nell’oscurità della grotta vide una parete formata da cristalli
“Chi sei?” chiese di nuovo
“Chi sono.... chi sei tu?”
Matthew si accorse che la voce proveniva del cristallo e vi si avvicinò.
La voce parlò di nuovo.
“Tu hai perso qualcuno che amavi a causa del egoismo di Odino, vero?”
“Come fai a saperlo?”
“Perchè anch’io ho provato questo dolore.... un tempo io amavo una donna... una valchiria di nome Silmeria... ma Odino me l’ha portata via”
“Conosci Silmeria? Chi sei?”
“Io mi chiamo Balmung... ero un guerriero celeste di Odino, ma quando seppi che aveva ucciso Silmeria, lo affrontai, ma persi ed il mio corpo fu distrutto. La mia anima però sopravvisse e mi rifugia qui”
“Silmeria.... dunque tu la conosci?”
“Come... anche tu conosci Silmeria? Come è possibile?”
“La mia amata condivideva il suo corpo con quello di Silmeria, ma....”
“Ma....”
“Odino si è portato via l’anima di Alicia, mentre un certo Brahms ha rubato il suo corpo e lo spirito di Silmeria”
“Odino e Brahms.... ascoltami ragazzo, qual’è il tuo nome?”
“Matthew...”
“Ascoltami Matthew, tu vuoi rivedere la tua amata?”
“Si, più di ogni altra cosa....”
“E io voglio riabbracciare Silmeria... ascoltami Matthew, unisciti a me, così come Silmeria e la tua ragazza erano unite, ed assieme potremo avere la forza di sconfiggere i nemici e salvarle”
Matthew rimase zitto un attimo a pensare e poi accettò.
“Bene, allora concentrati, tocca il cristallo e....”
Improvvisamente un enorme terremoto squassò la terra, con una potenza inaudita.
“Presto Matthew, entra nel cristallo”
“Ma...”
“Fidati! Sarai al sicuro e ci risveglieremo quando sarà il momento”
Matthew chiuse gli occhi ed entrò nel cristallo.
Nel momento in cui entrò nel cristallo sentì freddo, poi più nulla.

Matthew rimase imprigionato sottoterra, nel cristallo per quasi due secoli, nei quali ebbe il tempo di fondere perfettamente il suo corpo con lo spirito di Balmung.
Poi un giorno, poco dopo l’inizio del viaggio di Lenneth, il cristallo si ruppe e Matthew tornò alla luce, con Balmung al suo fianco ed una sola missione nella mente: salvare Alicia.

Nifelheim....

Hel indietreggiò barcollando e si tenne il petto, che sanguinava abbondantemente. Di fronte a lei Brahms e Balmung erano piegati in due dalla fatica ed ansimavano pesantemente.
“Non è possibile... io sono stata sconfitta... no.... ciò non è.... ammissibile”
Così dicendo Hel si dissolse nell’aria
All’interno di Balmung,. Matthew era sconcertato
“Abbiamo... abbiamo vinto?.... abbiamo sconfitto.... una dea?”
“Certo che no” gli rispose Balmung “Non è così facile sconfiggere una dea”
“Tornerà molto presto....” lo esortò Brahms “sbrigati a trovare l’anima della ragazza”
“Prova ad utilizzare la concentrazione spirituale” disse Matthew a Balmung.
“Dammi una mano però, io non conosco l’aura di questa ragazza”
Balmung lasciò il corpo e Matthew tornò al suo aspetto normale e chiuse gli occhi.
Dopo un attimo di concentrazione, Matthew individuò qualcosa ed alzò la mano, ed una piccola fiammella azzurra gli si avvicinò e lui l’assorbì.
“Alicia....”
“Metti la mano sulla mia spalla.... ti porterò al mio castello”
Matthew obbedì e posò la mano sulla spalla di Brahms, che lo ritrasportò al castello

 
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CAT_IMG Posted on 30/3/2007, 06:09





Bassifondi di Gerabellum.
Un gruppetto di bambini stava correndo per le affollate vie della città, e passò accanto ad un ragazzo, seduto sulle scalinate, perso nei suoi pensieri.
Uno di loro si fermò e lo guardò.
“Come va?”
Il ragazzo alzò lo sguardo verso il bambino.
“Oh... nulla, stò solo pensando”
“Beh, ciao”
Il ragazzo osservò il bambino che si allontanava e pensò
“Persino i bambini si preoccupano per me ora... ma che mi stà succedendo?”
Una ragazza dai capelli rossi gli si avvicinò
“Lucian, gli altri sono arrivati”

Lucian seguì Claire all’interno della locanda, dove lo aspettavano i suoi compagni.
“Ecco quello che abbiamo trovato oggi”
“Quant’è, capo?”
“220...221...223...uhm...233 monete d’oro... ben fatto!”
“Lavorando normalmente non troveremmo mai così tanti soldi”
“Gia!”

L’indomani Lucian tornò alla locanda, dove doveva ritrovarsi con i suoi compagni, ma quando arrivò c’era solo Claire.
Improvvisamente la porta si aprì
“Ragazzi siete in ritardo!” disse Claire
Ad entrare dalla porta però non furono i suoi compagni, ma un abitante della città
“Dovete uscire da qui! Non sapete cosa è successo a Barten?”
“Eh?”
“Cosa è successo?”
“Quell’idiota ha rubato i soldi ad un nobile... L’hanno scoperto e... l’hanno torturato fino alla morte...”
“No....”
“Il suo corpo è stato appeso fuori, in piazza... è orribile. Ma non è tutto. Il peggio è che i nobili hanno mandato dei soldato, per cacciare i ladri”
“ ! ”
“Dovete scappare! La caccia ai ladri è solo una scusa per legittimare l’eliminazione noi che viviamo nei bassifondi! Stanno uccidendo persona a destra e a sinistra! E’ una pazzia totale!”
“E Rusty? e gli altri?”
“Se sono vivi li troverete! Io me ne vado! Stanno venendo da questa parte!”
L’uomo corse via. mentre Lucian e Claire raccolsero le loro poche cose, pronti a fuggire.
“Usiamo la porta sul retro!” disse Lucian
“E i bambini?”
“Ci penso io! Tu vai avanti!”
“Ma...”
“Ci troveremo nel bosco fuori città! Sarà più pericoloso se andremo insieme. Per favore, vai!”
“I bambini si fidano più di me!”
“Non importa ora! VAI!”
Claire, rassegnata, corse via dalla porta sul retro, mentre Lucian uscì dalla porta principale, gettandosi tra la folla in fuga e le case in fiamme, in cerca dei bambini

Matthew si avvicinò al cristallo che teneva imprigionata Alicia ed alzò le mani verso di esso.
“Ci vorrà molta energia” gli disse Balmung “Sicuro che vuoi farlo tu?”
“Assolutamente”
“Bene, allora fatti onore”
Matthew chiuse gli occhi e cominciò a concentrare tutte le sue forze
Brahms, che guardava da poca distanza , era molto curioso: era davvero interessato, infatti, ad assistere al rituale del trasferimento dell’anima, che Matthew stava per eseguire.
Il corpo di Matthew cominciò ad emettere un aura azzurra e l’anima di Alicia, che aveva recuperato a Nifelheim, uscì dal suo corpo ed entrò nel suo vero posto, nel cristallo.
Il cristallo cominciò a scintillare di azzurro, poi cominciò a creparsi, e poi esplose in un lampo di luce.
Il corpo di Alicia rimase a volare a mezz’aria e poi cadde e Matthew corse a prenderla al volo tra le sue braccia.
Lentamente Alicia aprì gli occhi e finalmente, dopo duecento anni, il suo sguardo incrociò quello di Matthew.
“M....Matthew...”
“Alicia....”
“Matthew... perdonami. Io... io non avrei mai dovuto abbandonare il castello...”
“Non importa... ora sei qui, e questo è quello che conta”
“Matthew...”
Matthew chiuse gli occhi e, dopo due secoli, potè finalmente baciare l’unica ragazza che aveva mai amato

Una sottile nebbiolina si era posata su ciò che restava dei poveri bassifondi di Gerabellum.
Sottili fili di fumo fuoriuscivano ancora dalle case ormai rase al suolo, mentre a terra c’erano cadaveri a vista d’occhio.
Uomini, donne, vecchi e bambini.
Nessuno era stato risparmiato dalla furia dell’esercito dei nobili.
Claire e Lucian stavano camminando per le vie distrutte della città cercando altri sopravvissuti. I bambini e pochi altri superstiti si erano già rifugiati nella foresta, ma loro due erano tornati in città per cercare altri sopravvissuti..
Claire non ne poteva più di quella vista e cadde a terra tra le lacrime.
“Tutto questo solo per qualche ladruncolo? Hanno mandato mezzo esercito! Non è giusto”
Improvvisamente, da dietro una casa, comparve uno dei soldati imperiali, che scoccò una freccia verso Claire.
Lucian non disse una parola e scattò, decapitando il soldato con una sola spadata, ma la freccia gli si conficcò nel petto e cadde all’indietro.
Claire corse subito tra lui e tento di aiutarlo
“Lucian no....”
Le lacrime le rigavano il volto, quando si accorse che ormai la freccia aveva colpito il cuore.
“Sono arrivato fin qui... non è abbastanza?”
“Perchè.... perchè....”
“Non voglio essere lasciato da solo di nuovo... non so cosa fare”
“Di cosa stai parlando? Io non ti lascio qui...”
“No... Tanto tempo a... lei morì prima.... e mi lasciò solo.... se succedesse ancora....”
“Te l’ho detto! Non ti lascio!”
“Mi dispiace....”
Lucian chiuse gli occhi ed esalò l’ultimo respiro.
“NOOOOOOOOOOO!!!!!!!!”

Lucian si ritrovò a vagare nelle tenebre, e di fronte a lui apparve una donna dai lunghi capelli argentati.
“Chi sei?” chiese
“Io sono colei che sceglie le anime”
“Tu sei una valchiria? Ma sembri come...”
“Non vuoi venire con me? Hai guadagnato il diritto di unirti agli Einherjar”
“Ma... cosa succederà a Claire?”
“Starà bene”
Lucian guardò negli occhi della valchiria, e riconobbe un bagliore a lui familiare, quindi si alzò e la seguì”

“Ti ringrazio di avermi salvata, Balmung” disse Silmeria dell’interno del corpo di Alicia “E anche a te, Brahms”
“Non c’è di che.. io ti ho coinvolta in tutto ciò”
“Cosa volete fare ora?” chiese Alicia
Brahms e Balmung si osservarono a lungo e poi parlarono
“E’ giunto il momento di portare l’attacco finale ad Odino” disse Brahms
“Cosa?” chiese Alicia “Matthew tu lo sapevi?”
“Si, e sono pienamente d’accordo con Balmung e Brahms. E’ giunto il momento di spezzare le catene della schiavitù e di liberarci dal dominio dispotico di Odino”
“Sono con voi” disse Silmeria
“Assolutamente no!” disse Brahms “Tu hai rischiato troppo”
“No! io sono con voi”
“Lascia stare Brahms, lei combatterà con noi”
“Come puoi parlare così, Balmung? e tu, Matthew? metteresti a repentaglio così la vita di Alicia?”
“Io voglio combattere” disse Alicia e Matthew le annui sorridendo “Da quando ho conosciuto Silmeria e Brahms, ho acquistato molta fiducia in me stessa, e dunque voglio esserci anch’io”
“Pare che sia impossibile farvi cambiare idea” disse con rassegnazione Brahms
“Esatto”
“Bene, allora passiamo all’azione. Qual’è il piano?”
“Brahms ha un idea”
“Il duello finale tra gli Aesir ed i Vanir si stà avvicinando sempre di più e Odino ha inviato una valchiria per recuperare degli Einherjar”
“Chi?” chiese Silmeria, forse sperando che la risposta fosse Hrist
“Lenneth...”
“E così Lenneth è qui... vorrei tanto rivederla”
“Io l’ho affrontata e ho visto una grande potenza in lei, ma anche un forte conflitto interiore”
“Eh?”
“La sua parte umana ha ancora una leggera influenza sulla sua parte divina, e trovando le giuste leve potrebbe anche risvegliarsi”
“Una dea con lo spirito di un essere umano.... pensi sia questa la chiave per sconfiggere Odino?”
“Per ora è la nostra unica carta... dobbiamo tenere sotto controllo Lenneth ed aspettare”
“Forse c’è un altra cosa: Levantine”
“La leggendaria spada?”
“Se la trovassimo, avremmo un grande vantaggio su Odino”
“Ok, allora faremo così”
“Speriamo solo che Lenneth non fallisca”



 
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CAT_IMG Posted on 3/4/2007, 06:03




Una giovane ragazza castana stava passeggiando per i corridoi semi deserti dell’università di Flenceburg.
Aveva passato tutto il giorno a lavorare nel suo laboratorio sotterranei e non si era accorta che si era già fatta notte.
Comunque sentiva che c’era qualcosa di diverso dal solito.
Improvvisamente un giovane studente le si parò davanti e lei si accorse che aveva uno sguardo triste.
“Signorina Mystina, ho una terribile notizia! Lady Lorenta è... morta”
“Oh... capisco”

Mystina camminò oltre il ragazzo senza aggiungere nulla e tornò a casa.
“E’ stato Lezard? Bhè, non posso certo biasimarlo. Anzi... che sollievo! La vecchia ciabatta è andata... Ohhhh! Lezard, ti adoro! Grazie, grazie!
Mystina entrò nel suo laboratorio privato al secondo piano ed entrò in una specie di macchinario di sua invenzione: il trasferitore di anime.
La macchina aveva l’incredibile potere di separare l’anima ed il corpo di una persona, in modo da poter vagare liberamente in forma spirituale.
Mystina entrò nella macchina e separò la sua anima dal corpo, poi si concentrò e pensò attentamente alla torre di Lezard.

Mystina apparve nell’ufficio di Lezard, apparentemente deserto e andò a frugare sul tavolo.
“Questi sono i suoi appunti... Certo che la sua abilità nello scrivere non è migliorata... Non capisco se scrive in codice o se semplicemente non sa scrivere!”
Dopo essersi guardata un pò in giro, Mystina entrò nell’altra stanza, piena di capsule di vetro infrante, e subito l’occhio le cadde sull’unico contenitore intero, all’interno del quale c’era una bambina dai lunghi capelli argentati.
“Una forma di vita creata da un umano... un....un Homuncolo! Mhhhh... è una bambina.... non pensavo che quel pervertito avesse queste tendenze”
Mystina fece per andarsene, ma poi si girò
“Però.... potrebbe essermi utile per qualche esperimento”
Così dicendo Mystina prese la ragazza e se la portò via.

Mystina era seduta su una sedia al fianco del suo tavolo e si stava versando un’altro bicchiere di vino rosso.
“Ahh ...Lezard. Da quando sei diventato un patetico maniaco?!”
“Scusami. Io NON sono un patetico maniaco”
Mystina alzò di colpo lo sguardo e vide che di fronte a lei era comparso il suo vecchio compagno di scuola Lezard
“Ne è passato di tempo.... vuoi qualcosa da bere... a proposito, come hai fatto a diventare così potente?”
“Subito una domanda sulla magia, eh? Non sei cambiata di una virgola”
Mystina si arrabbiò e gli versò l’interno contenuto del bicchiere addosso.
“Sei tu che noi sei cambiato... Forza arriva al punto... cosa vuoi?”
Lezard si pulì il volto e le vesti e guardò Mystina con un ghigno malefico, ma pieno di soddisfazione.
“Ok... L’ho trovata! La pietra filosofale!”
Mystina si alzò di colpo, sbattendo a terra la sedia
“COSA?!”
“Si, ti spiegherò tutto, ma ora ho un favore da chiederti”
“Un favore?”
“Mysty, tu hai preso un mio Homuncolo, vero? Se non ti dispiace lo rivorrei indietro.... Oh, beh, se vuoi qualcosa in cambio, basta chiedere”
“Non pensavo ti importasse così tanto”
“Per favore, chiedimi qualunque cosa, è molto importante per me”
“Ok... ciò che voglio sono informazioni su Bifrost”
“Bifrost... il ponte dell’arcobaleno?”
“Esatto. L’unica connessione tra Midgar ed il Valhalla”
“Ciò che vuoi è soddisfare la tua sete di conoscenza, eh? Non mi stupisce...”
“Come scusa?”
“Lascia stare”

Mystina accompagnò Lezard nella stanza di sopra, dove aveva rinchiuso l’Homuncolo in una capsula simile a quella del castello di Lezard.
“Comunque eccola qui! Non preoccuparti, sta solo dormendo... sai che è davvero carina? Se dovesse crescere, di sicuro sarebbe una bellezza, vero Lezard?”
“...Ehm.... Si dice che Bifrost si trovi nella Foresta degli Spiriti”
“Dove vivono gli elfi?”
“Esatto”
“Non è possibile”
“Dici?”
“Ohhh.... Stupidi elfi. Chi si credono di essere! Non lasciano mai la foresta.... Non potrebbero morire tutti?”
“Credo che sarebbe un male... Gli elfi proteggono l’ordine del mondo e lo dovresti sapere”
“Lo so! Io ascoltavo in classe!”
“Ascoltami per favore. Durante il processo di creazione degli Homuncoli, ho scoperto qualcosa di interessante...”
“Qualcosa di interessante?”
“Gli dei hanno bisogno dei corpi degli elfi per camminare su Midgar, quindi gli elfi sono i vesselli degli dei, corpi attraverso i quali possono camminare sulla terra...”
“Si, e...?”
“In un certo senso gli elfi stessi possono essere considerati dei.... Inoltre ho già dimostrato che può nascere un figlio da un essere umano ed un elfo”
“Che prove hai?”
“... Conosci il mito della Creazione?”
“Si”
“Odino, dopo la grande guerra con l’oscurità, salì al trono degli dei, ma il mondo ormai non esisteva più e quindi, sfruttando l’incredibile Potere della Creazione, Odino ricreò gli umani e gli dei. Ecco perchè lui è chiamato il “Padre di tutti” ”
“Mi stai annoiando Lezard...”
“In realtà Odino era un dio piuttosto debole, dunque come ha atto a divenire il re degli dei?”
“Ora che me lo chiedi...”
“E’ semplice: Gli esseri umani sono creature incomplete, mentre gli dei lo sono, dunque, mentre gli dei sono statici, gli umani sono in grado di crescere e di evolversi”
“Intendi dire....”
“Odino, essendo in parte elfo, dunque in parte umano, potè crescere ed adattarsi ai cambiamenti, divenendo il re assoluto degli dei”
“Incredibile”
“E qui le cose si fanno interessanti... Gli dei usano gli elfi per camminare in questo mondo e proteggerlo, o modificarlo...”
“Sei ripetitivo!”
“Ascoltami bene! E’ possibile trasferire l’anima di un umano in un elfo. Questa è la prova conclusiva che dimostra che gli dei e le anime umane sono all’incirca la stessa cosa”
“Parli del rituale del trasferimento dell’anima?”
“Sai come sono fatti i miei Homuncoli?”
“Sono metà umani.... e metà elfi?”
“Esatto! I miei Homuncoli sono per metà elfi! Se potessi trasferire la mia anima nel corpo di un Homuncolo... Non diventerei anch’io un dio?”
“...”
“Beh, ecco tutto Comunque ora è inutile muoverla, non avrei nessun luogo dove tenerla.... ci rivedremo un’altra volta”
Lezard si teletrsportò via e Mystina rimase per molto tempo a pensare a ciò che Lezard le aveva appena rivelato

“Ah...a doro camminare in forma spirituale... Non ho limiti e posso andare dovunque”
Mystina era rientrata nella macchina e stava passeggiando in forma spirituale per le vie della città, quando di colpo sentì una voce.
“Mysty, mi senti? Sai, volevo dirti che ho ambizioni maggiori a quelle di diventare un dio... Se potessi potenziare i miei poteri, potrei sigillare le divinità in corpi mortali e quindi sfidarli... e allo stesso tempo potrei fare mia la dea che amo.... Ah... è così bello che sembra un sogno”
“Lezard...?”
Lezard apparve nuovamente nella stanza di Mystina, di fronte alla macchina nella quale si trovava il suo corpo.
“Mysty. La tua esistenza mi era un pò d’intralcio, devo ammetterlo”
Lezard alzò le manì e lanciò un raggio energetico contro la macchina, distruggendola ed eliminando Mystina.

“Vuoi unirti a me?”
Di frinte a Mystina pparve Lenneth.
“Ah ah ah ah ah Me? con te?”
“Si, e se ti unissi a me potresti fare ricerche su Bifrost”
“Hmmm.... Ok, verrò con te. Beh, come se avessi alternative”
“Esatto”
“E non tentarmi con stupide promesse... e poi sarebbe divertente vendicarmi di quello stupido Lezard
 
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CAT_IMG Posted on 16/4/2007, 06:21




Lenneth alzò le braccia al cielo ed un’ennesimo Einherjar uscì da lei ed ascese al Valhalla
“Lenneth!”
Lenneth alzò lo sguardo al cielo ed udì la voce di Freya
“Dimmi”
“Mi spiace chiederti così tanto, ma abbiamo ancora bisogno di Einherjar”
“Con me ne ho solo 3, e non individuo altre anime”
“Chi sono?”
“Arngrim, Mystina e Lucian”
“... Lord Odino ritiene che Arngrim e Mystina non siano adatti a combattere come guerrieri divini... non appena sarà pronto, inviaci Lucian”
“Si”

Lucian stava seduto su una roccia, osservado la vallata sottostante.
“Lucian, cosa ti turba così tanto?” gli chiese Lenneth
“...”
“Se non vuoi rispondere, non importa, ma se non lasci le tue preoccupazioni non potrai accettare totalmente la tua morte e raggiungere il Valhalla.... Che c’è? Hai deciso di parlare?”
“... Verresti con me in quel villaggio?”
“Non ho alcuna obbiezione”
Lucian rientò nel corpo di Lenneth ed i due volarono a Coriander.
“Io sono nato qui... giocavamo sempre insieme... noi due”
Lucian e Lenneth camminarono un pò per le povere strade, che Lucian ricordava benissimo, e si fermarono di fronte ad una casa abbandonata
“ E questa casa?” chiese Lenneth.
“Questa era la casa della mia migliore amica. Odiavo i suoi genitori perchè erano sempre crudeli con lei”
“...”
“Ma Platina si arrabbiava sempre quando parlavo male di loro, così tenevo la bocca chiusa”
“Il suo nome era Platina?”
“Si... eravamo così vicini, ma...”
“Ma...?”
“Il giorno in cui ho scoperto che i suoi genitori l’avevano venduta... fuggimmo insieme... ero solo uno stupido bambino allora... non potevo pensare a nessun altra soluzione, ma non avrei mai permesso che le accadesse qualcosa”
Lucian passò oltre la casa ed entrò nel bosco alle sua spalle
“Corremmo per tutta la notte, finchè i nostri polmoni non cominciarono a bruciarci... propio così”
Improvvisamente Lucian afferrò la mano di Lenneth e cominciò a correre, seguendo lo stesso sentiero che fece anni prima con Platina, e Lenneth non si oppose e lo seguì.
“E poi arrivammo in questo posto”
Lucian e Lenneth si fermarono nella radura delle Weeping Lilies.
Il sole stava lentamente tramontando ed i fiorni riflettevano una luce arancione, che creava un atmosfera magica.
Lucian si voltò ed osservò Lenneth
“Posso chiederti un favore? Potresti toglierti l’elmo?”
Lenneth acconsentì senza problemi e si tolse l’elmo.
Quando Lucian la vide senza elmo, rimase senza parole... erano davvero identiche
“Lo sapevo. Sei propio come lei”
“Quella ragazza”
“Si, Platina. Ha inalato il polline delle Lilies. E’ morta per colpa mia... se non l’avessi convinata a fuggire sarebbe ancora viva”
“E tu dici che le assomiglio?”
“Lo so! Lo so che è sbagliato sentirsi così con uno straniero solo perchè assomiglia a qualcun’altro, ma ciò non cambia il fatto che la amo”
Mentre parlava, aveva abbassato la sguardo, ma quando lo rialzò vide che Lenneth gli si era avvicinata e che nei suoi occhi c’era una luce bellissima.
E così, all’improvviso, Lenneth appoggiò le sue labbra contro le sue e lo baciò.
Lucian chiuse gli occhi ed una lacrima gli rigò il volto.
Quando si lasciarono, Lucian si sentì sollevato e sentì che poteva andare.
Lentamente il suo corpo divenne uno spirito e salì al cielo, verso il Valhalla... verso il suo futuro...

Lenneth, che era rimasta nel campo, guardò Lucian sparire e provò una tristezza profonda.
“Tu vedi in me una somiglianza del tuo primo amore quando mi guardi... Ma c’è un abisso tra dei e uomini che non può essere superato, dunque l’amore tra noi due è impossibile.... pero....”
Lenneth alzò lo sguardo al cielo e sentì una fitta al cuore.
“Lucian... spero di incontrarti ancora”

Silmeria, che aveva osservato la scena dalla distanza, stava piangendo per il triste destino della sorella.
Da quando si era unita ad Alicia, Silmeria aveva imparato ed iniziato a provare le emozioni umane, come gioa, paura o tristezza, e perciò provava pietà per la sorella, che le stava scoprendo solo era, ed in un modo molto doloroso.
“Che fai?”
Silmeria si voltò e riconobbe Matthew, o per meglio dire Balmung, nel corpo di Matthew
“Pensi davvero che un semplice cuore infranto sarà la chiave della nostra vittoria?”
“Cuore infranto? Come puoi parlare così?”
“Senti, mi dispiace per tua sorella, ma io dubito che i suoi problemi sentimentali ci portaeranno da qualche parte.
“Cosa ti stà succedendo Balmung? Da quando sono tornata ed abbiamo deciso di combattere Odino, non sei stato più lo stesso”
Silmeria si riferiva ai tempi felici, anni prima, in cui lei e Balmung combattevano fianco a fianco per Odino, nel Valhalla. A quell’epoca tra di loro c’era qualcosa di più che una semplice amicizia, ma tutto cambiò il giorno in cui Silmeria fu mandata a combattere Brahms.
Ora Balmung sembrava diverso, più cupo e strano... inoltre ogni volta che si parlava di Odino si rabbuiava e stava zitto... era come se nascondesse qualcosa....






 
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