Il Regno dello Scrittore ~ Fan Fiction Forum

White sand, FF ispirata a Twilight

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AndyTheBest930
CAT_IMG Posted on 20/4/2008, 18:53




Ciao a tutti! Sono tornato con una nuova FF.
Profondamente ispirato dalla lettura di Twilight, eccomi con una fan fiction ispirata al libro di Stephenie Meyer.
Premetto che non ho ancora letto altri libri della serie, quindi se voi lo avete fatto potreste notare qualcosa che non va; tenetene conto quindi mentre leggete. Poi voglio dire che questa storia non mantiene protagonisti e ambientazioni del libro, ma si applica ad una realtà ben diversa.
Vi auguro buona lettura.

Capitolo I
Primo giorno



E
ra un giorno particolare. Ormai erano passati due mesi, da quando avevo compiuto 14 anni. Per me era la prima volta. Il liceo. Da piccolo lo sognavo completamente diverso, come l'avevo visto solo al cinema e in TV. Invece adesso ero lì, a varcare la soglia della scuola. Avevo passato una bella estate, almeno la prima metà. Mare, sole, spiaggia, amici. Vivere in una soleggiata cittadina di mare si rivelava bello soprattutto in quella stagione e cercavo sempre di godermela al massimo. Poi ricevetti un invito particolare; i miei zii mi chiedevano di passare con loro due settimane in una cittadina francese. Io accettai subito, entusiasta. E' troppo presto per dire se lo rifarei, ma a questo punto non c'era nient'altro da fare.
Il vento soffiava via piano il ricordo dell’estate, mentre mi apprestavo a salire il primo gradino.
I quadri erano in bella mostra appena oltre l’ingresso, mostrando a tutte le matricole la classe e il piano a cui recarsi. Primo piano, aula 109.
Non ci volle granchè per orientarmi tra i lunghi corridoi in marmo e le grandi scalinate, e l’ambiente mi parve abbastanza familiare. Tutt’altro rispetto alla scuola che frequentavo, ma era più che accettabile. Ad ogni gradino pestavo un po’ del mio entusiasmo, fino a che, davanti alla porta della mia clasee, era definitivamente morto.
Ringraziai che la porta era aperta e notai un paio di gruppetti, evidentemente di persone che non si erano appena incontrate, intenti a parlare di cose a cui preferivo non interessarmi.
L’aula ospitava circa una trentina di banchi, a due a due in sei file. Occupai il posto nella penultima fila, di fianco alla finestra che, fortunatamente, non si lasciava attraversare dal più piccolo raggio di luce.
Mano a mano continuò ad entrare gente, ma nessuno di questi pareva distinguersi dalla massa. Quando la campanella suonò, avvisando gli studenti dell’inizio delle lezioni, era rimasto un solo posto libero nella classe, quello di fianco a me.
Una donna elegante entrò e ci disse di accomodarci.

Edited by AndyTheBest930 - 20/4/2008, 20:28
 
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AndyTheBest930
icon13  CAT_IMG Posted on 20/4/2008, 21:05




Ecco il secondo capitolo.


Capitolo II
Laura


B
la bla bla. Aveva detto circa due frasi, ma le avevo già completamente rimosse. Credevo fosse l’insegnante di lettere? O matematica. Non avevo idea di come si chiamasse. Prof andava bene per quanto mi riguarda. Stavo per addormentarmi quando notai che stava chiedendo a rotazione ad ognuno di noi nome cognome ed altre informazioni inutili. Mi indicò e, svogliatamente, mi alzai in piedi.
Mi guardò perplessa e poi mi incitò “Bene, presentati alla classe”, “Ciao, mi chiamo Andy, piacere”; sospirai e mi rimisi a sedere. Lo sguardò perplesso della professoressa si intensificò e, quando se ne accorse, si voltò verso la porta facendo finta di niente. Un attimo dopo apparve sulla soglia una ragazza, evidentemente più grande e matura di noi, che con noncuranza, come se fosse in ritardo di una manciata di secondi e non di un’abbondante ventina di minuti, entrò nella classe e prese posto nell’unico banco libero, quello di fianco al mio.
La sua cartella era rosa con varie scritte fatte con il bianchetto. All’interno c’erano dei quaderni, il suo diario e un borsellino.
I capelli biondo scuro le correvano lugo il collo, posandosi dolcemente sulle spalle e sulla camicetta nera. Indossava un jeans stretto blu scuro, che lasciava ben poco all’immaginazione. Dopo essersi sistemata la prof le fece notare che era l’unica a non essersi presentata allora si alzò aggrazziatamente e si rivolse alla classe dicendo “Salve a tutti, il mio nome è Laura Evans, sono venuta qui dagli Stati Uniti” spiegò e poi si posò dolcemente sulla sua sedia.
La guardai un po’ sorpreso, poi fui inghiottito dalla noia delle lezioni.
Poi feci un respiro profondo, e il suo profumo stupendo mi invase la mente.
 
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AndyTheBest930
icon13  CAT_IMG Posted on 21/4/2008, 07:41




Capitolo III
Residence Blue Summer



L
a prof rimase ancora lì per due trilli di campanella, poi se ne andò. Per tutto il tempo Laura era rimasta in silenzio ne tantomeno io avevo iniziato una conversazione, intimorito dal suo fascino.
Al cambio dell’ora tentai chiedendole quanti anni aveva, e mi rispose ne compio sedici l’otto di dicembre; tremando accennai un “ah” e lei sorrise piano, con le labbra carnose, senza aprire la bocca. Sembrava non avesse voglia di dare spiegazioni infatti si voltò; non mi sembrò il caso di chiedere altro per il momento.
In classe entrò un’altra donna, molto meno formale dell’insegnante precedente, la quale ci informò che per oggi le lezione erano finite. Sorpresi ma di certo felici, tutti riposero le proprie cose negli zaini e indossarono le loro giacche.
Mi voltai come gli altri per rimettere il mio quaderno inutilizzato in cartella e mi alzai. Laura fece lo stesso. Mentre scendevamo le scale le chiesi “Laura, dove abiti?” lei mi guardò e rispose “I miei genitori sono ancora in America. Io alloggio dai miei zii in un residence fuori città” mentre parlavamo eravamo già arrivati al cancello “Ecco dove l’avevo già sentito! Gli Evans! Alloggi nell’appartamento 18 vero?” fece una faccia un po’ stupita e confermò “Si sono i miei zii”, “Io abito nell’appartamento 2, dall’altra parte del residence” “Perfetto, allora possiamo tornare insieme” lo propose lei e ne fui felice dato che non credo sarei riuscito a farlo io “E’ abbastanza lontano, come pensi di arrivarci?” “Mia zia dovrebbe venire a prendermi da lavoro, ma se proponi di meglio…” lasciò intendere che preferiva tornare a casa in una maniera diversa; afferrai la sua richiesta implicita e tirai fuori dalla tasca destra del mio giubbotto delle chiavi luccicanti. Stava per chiedere delle spiegazioni ma la anticipai “Prendiamo il mio scooter?” sorrise e attese una mia mossa.
Camminai tranquillo verso il mio motorino, di bassa cilindrata, vecchio e brutto, ma funzionava.
Presi il casco e mi apprestai a metterlo in testa quando Laura mi bloccò il braccio e me lo tolse di mano. La guardai a bocca aperta e lei pensò di rassicurarmi dicendo “Guido io” mentre invece mi terrorizzò. Montò in sella mise in moto e uscì dal posto in cui avevo parcheggiato il mio motorino.
Per un attimo pensai che volesse scappare via ma si fermò e mi invitò a salire. Mi invitò a salire!? Era il mio motorino, che diamine. Non potetti che accettare, nauseato dal pensiero di farmela tutta a piedi fino al residence. Appena mi fui sistemato partì molo veloce e, in qualche istante, la scuola era già sparita.
 
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AndyTheBest930
icon1  CAT_IMG Posted on 22/4/2008, 10:08




Capitolo IV
Di Notte



C
alò la notte. Dopo aver cenato, lavai i piatti e diedi la buonanotte a mio padre, che guardava la TV sul divano in salotto. Dopo la doccia e aver asciugato i capelli mi infilai il pigiama e mi recai in camera mia. Non volevo che mio padre mi vedesse piangere. La rabbia e il dolore spingevano fuori una lacrima dopo l’altra e nel vano tentativo di fermarle asciugandomi con un fazzoletto mi accorsi che era arrivato. “Perché sei andata via così? Che cosa succede?” disse con la sua voce affascinante “Io io non ce la faccio più. Ho paura!” cercai di trattenere con tutta la mia forza le lacrime “Perché hai paura? Hai paura di me?” sembrava calmo, ma perplesso “No non ho paura di te. Io ho paura di perderti!” “Non dovresti. Io ci sarò sempre per te, non ti abbandonerò mai” questo lo sapevo già “Non capisci? So benissimo che tu ci sarai sempre per me, ma io no! Io invecchierò e morirò e tu sarai ancora un ragazzino!” adesso la sua faccia era delusa e triste “Io non, non so cosa dirti. E’ una cosa che non possiamo impedire” la soluzione era evidente e mi seccava quanto non volesse accettarla “Invece si che c’è” scoppiai ancora di più in lacrime, cercando sempre di non fare troppo rumore “Basta che tu mi faccia, ecco sai che cosa” “No” adesso era lui ad essere seccato e rispose con una fermezza assurda “Non lo farò. Non puoi chiedermi di farlo, è troppo per me” “Ti prego, ce la farò sopporterò le sofferenze perché so che dopo non dovremo mai più lasciarci” era evidente che sapeva che era così ma non per questo voleva farlo “Che ne dici se ci pensiamo domani? Adesso ci sdraiamo un po’ sul letto e ci calmiamo” avevo l’impressione che mi stesse trattando come un bebè o un malato di mente, ma la proposta era troppo allettante “Va bene” risposi, calmandomi.
Con il dorso della sua mano fredda mi asciugò le lacrime, spense la luce, e ci mettemmo a letto.
La stanchezza si faceva sentire e mi addormentai subito, con il suo abbraccio forte che mi rassicurava.
 
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Makicloe
CAT_IMG Posted on 22/4/2008, 15:51




è bella!!! Davvero! Ma sinceramente non ho capito l'ultimo capitolo, cosa c'entra con il resto? o sono io a non aver colto? Boh!
 
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AndyTheBest930
CAT_IMG Posted on 22/4/2008, 16:02




non ti preoccupare non ti preoccupare si scoprirà più tardi
voglio lasciare un pò di mistero...
 
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AndyTheBest930
icon11  CAT_IMG Posted on 24/4/2008, 14:39




Capitolo V
A Casa


E
ra velocissima, per quanto le possibilità del mio scooter erano limitate. Inoltre la sua guida era molto più sicura della mia, che sbandavo un po’.
Avrei preferito che guidasse malissimo, e stringermi a lei con la scusa di tenermi, ma le mie mani erano fisse sulle maniglie posteriori, ai fianchi del mio sedile.
Durante il viaggio non aprì bocca. Poi, arrivati al residence, si diresse verso la villetta dei suoi zii.
“Siamo arrivati” mi fece notare gentilmente mentre spegneva il motorino e si toglieva il casco. La sua choma bionda si liberò e si posò leggiadramente sulle sue spalle, mossa dalla brezza leggera.
Percorse il vialetto di pietre del giardino, tirò fuori le chiavi dalla tasca destra del pantalone, e le infilò nella serratura. Apri la porta entrò e si voltò accennando un sorriso “Ci vediamo a scuola” ricambiai il sorriso “Ok a domani, ciao!” ritornai in sella al motorino e mi diressi verso casa mia, dando un ultimo sguardo alla porta chiusa.
Entrai: non c’era nessuno; mi piaceva stare da solo a casa. Mi preparai il pranzo e andai in salotto: accesi la TV, senza però guardarla.
Ero steso sul divano, con gli occhi verso il soffitto. Una sola immagine mi appariva davanti.
Volevo alzarmi dal divano ma ero paralizzato, e un tepore lieve mi avvolgeva.
Mi resi conto che mi stavo addormentando. Odiavo addormentarmi fuori orario perché al risveglio avevo un malditesta più pesante di me. Ma non avevo scelta, gli occhi si erano già chiusi e la sensazione di relax mi dava una soddisfazione assurda.
Mi abbandonai al comfort del divano.
 
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AndyTheBest930
icon9  CAT_IMG Posted on 24/4/2008, 21:35




ero convinto di averlo già messo il nuovo capitolo :unsure:
eccolo qua dai buona lettura! ^_^

Capitolo VI
D'Estate


I
l cielo era spento. La notte ci avvolgeva. Camminavamo piano, spaventati. Iniziavamo a scorgere il capannone abbandonato; il legno era sudicio e fragile, le ragnatele erano ovunque, la porta cigolava e le assi del pavimento erano spezzate. Mentre ci muovevamo, mano nella mano, un brivido mi attraversò la schiena. Lei lo notò e mi guardò, domandandomi con lo sguardo se andava tutto bene.
Feci un cenno di si, e proseguimmo.
Stavamo facendo una stupidaggine assurda, andare a controllare una vecchia casa abbandonata, di notte come se non facesse abbastanza paura di giorno, perché avevamo sentito delle urla provenire da lì. Il cuore iniziò a battere più forte: eravamo davanti alla porta.
Alzammo entrambi le mani, e le appoggiammo conro il portone in legno.
Era inutile: per quanto potessimo spingere piano, il portone scricchiolava pericolosamente.
Aprimmo abbastanaza da spiare dentro. Puntammo la torcia dentro; sembrava non ci fosse nessuno.
Ci facemmo coraggio, ed entrammo. Sembrava fosse una vecchia stalla, un tempo.
Avevo molta paura, le mani mi tremavano mentre le appogiavo contro una parete.
Poi lo sentii: uno spostamento d’aria, un lieve rumore sui mucchi di paglia, una piccola ombra attraverso la torcia. Lei si voltò, evidentemente aveva avvertito le stesse sensazioni, e puntò la torcia verso la porta da cui eravamo entrati.
E lì c’era lui. Alto, magro, i capelli bronzei contro le spalle ossute.
Sorrise. Il sorriso più terrificante che io avessi mai visto. Evidentemente non avevamo urlato perché eravamo paralizzati a tal punto da non riuscirci. Poi li vidi: spuntavano appena tra le labbra, i canini allungati e bianchi. Ringhiò, con una forza assurda; le feci cenno di fuggire, disse no con la testa e poi la guardai con lo sguardo pieno di terrore implorandola di scappare.
L’uomo si lancò in aria verso di me; lei capì e corse verso l’uscita. L’uomo se ne accorse e si voltò, ma ormai era scappata.
 
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»_• Baby Fuchsia ~ *
CAT_IMG Posted on 25/4/2008, 11:05




molto bella!!!!! *_*

il quarto capitolo mi dà molto l'impressione della storia originale!

credo di aver capito già un paio di cose!!!! ^^
 
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Makicloe
CAT_IMG Posted on 25/4/2008, 13:17




Bella bella bella!!! Sinceramente anche a me è venuto un dubbio sul capitolo 4...ma aspetterò per vedere se ho indovinato! ^.^ Continua presto!
 
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AndyTheBest930
CAT_IMG Posted on 27/4/2008, 08:53




Grazie grazie ora aggiorno! Scusate per l'assenza ma ho passato il ponte dai nonni
 
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AndyTheBest930
icon13  CAT_IMG Posted on 27/4/2008, 09:49




Ecco il nuovo cap! Sto già scrivendo il prossimo e penso che in giornata riuscirò a metterne almeno due...
Buona lettura!

Capitolo VII
Occhi Rossi


G
lielo leggevo negli occhi: aveva sete, tanta sete. Del mio sangue. Rosso, dolcissimo sangue.
Quando lei era fuggita lui si era voltato e diretto verso la porta, ma ormai era troppo tardi.
Allora decise di vendicarsi su di me. Si girò e inizio a gustarmi con gli occhi, assaporando già il pensiero di ogni singola goccia del mio sangue.
Velocissimo, si avventò contro di me. In un riflesso istintivo, con molta molta fortuna, indietreggiai quel tanto che basto per impedirgli di affondare i denti nel mio collo.
Seccato ed innervosito, si lanciò di nuovo contro di me, questa volta centrandomi in pieno il braccio, quasi all’altezza della spalla, con i suoi denti affilati. Sapevo che era finita. Prima di iniziare a sorseggiare il mio sangue, mi rivolse un ultimo sorriso, senza staccare i denti dal mio braccio, che mi terrorizzò.
Improvvisamente dalla finestra si levò un bagliore accecante, anche se questa era coperta da uno strato abbastanza spesso di polvere. Il vampiro, spaventato dall’improvviso lampo di luce, lasciò la presa e si dileguò. Non riuscii a seguire i suoi movimenti, ma mi parve fosse saltato su una delle travi del soffitto.
Ne approfittai; il dolore mi stava uccidendo ma la paura o il coraggio mi spinsero a correre a tutta velocità verso la porta. Quando la aprii, lei era davanti a me e aveva in mano qualcosa: capii e mi buttai a terra. Quando l’immagine del vampiro che si avvicinava dal soffitto del capannone diventò più nitida la vidi decisa a farlo. E sparò. Il fucile la fece cadere all’indietro, ma il vampiro fu colpito in pieno, ad una distanza di pochi centimetri, e fu spinto verso il fondo del capannone.
Mentre lei era a terra sbarrai il portone e le porsi la mano. Si rialzò e corremmo via.
Poi la vidi: l’automobile dei suoi genitori. L’aveva usata per abbagliare il vampiro ed era ancora accesa di fronte alla finestra con i fari accesi. Vampiro. Urlai e caddi sulle ginocchia. Il solo pensiero del vampiro mi riportò alla mente la ferita che avevo sul braccio. E il dolore lancinante che mi provocava. Lei mi aiutò a salire nella macchina, e ci portò a casa, una ventina di metri più in la.
Mentre eravamo in macchina mi accorsi che era sudatissima e affannata: aveva corso fino a casa in una trentina di secondi, aveva preso il fucile, la macchina, ed era tornata.
Adoravo la sua capacità di capire in un attimo cosa fare. Ci salvò anche stavolta.
 
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AndyTheBest930
icon1  CAT_IMG Posted on 27/4/2008, 10:07




Ecco ancora un altro capitolo! Faccio una pausa, la tastiera si sta consumando. Penso che però ne metterò almeno un altro oggi... a più tardi!


Capitolo IIX
La Rinascita


A
desso, eravamo veramente nei guai. Nel tentativo di distrarmi presi un foglietto e iniziai ad annotare tutte le cazzate che avevamo fatto e che dovevamo risolvere.
Uno: stavo per morire. Nonostante le fasciature e il calmante, il dolore continuava ad espandersi, e presto mi avrebbe impedito anche di scrivere: dal braccio sinistro, era quasi arrivato alla spalla destra, dopo appena dieci minuti.
Due: avevamo preso un fucile, lo avevamo caricato e avevamo addirittura sparato. Difficile da spiegare anche questo. Cosa dovevamo dire, che ci aveva assalito un vampiro? Era vero ma chi ci avrebbe creduto, chi?
Tre: avevamo preso e guidato una macchina, anche questo difficilissimo da spiegare. In effetti, anche mia cugina mi doveva qualche spiegazione su come aveva fatto a guidare l’auto fino a lì.
Quattro: molto probabilmente un vampiro ci stava dando ancora la caccia. E questa forse era anche la più difficile da risolvere, non saprei se c’era da avere più paura di lui o degli zii però.
Domani sera sarebbero tornati, e noi avevamo da spiegare tutte queste cose.
“Andy” mia cugina mi chiamò “Si, dimmi” il dolore stava inziando ad annebbiarmi il cervello “Ho rimesso a posto il fucile e ho controllato nella macchina; non è sporca di sangue fortunatamente” era un sollievo, almeno due erano andate “Potremmo dire ai miei che hai qualcosa tipo l’influenza e che devi rimanere a letto. Se riesci a fingere che non ti fa tanto male, ovviamente” la soluzione andava bene, ma era difficilmente attuabile. Il dolore mi paralizzava ed era poco probabile che non avrebbero chiamato un medico. Dovevamo sperare che il dolore si calmasse entro il loro ritorno.
“Però” cercai di parlare “Non sappiamo cosa mi succederà. Potrei anche morire, come glielo spiegherai questo? Potrebbe durare mesi o più. Come faremo a nasconderlo?” abbassò lo sguardo sul tavolo della cucina, dove ci eravamo seduti poco prima, e disse “Non lo so. Speriamo vada tutto bene. Vieni, ti porto di sopra a letto, devi riposare” annuii, e poi passai il braccio attorno al suo collo. Arrivato a letto, mi sdraiai sotto le coperte. In quei giorni c’era stato un freddo notevole, ma il calore che si propagava nel mio corpo non me lo faceva più notare.
Mi baciò la guancia e mi strinse e poi scese di sotto. Non volevo rimanere solo. E lei lo capì, dopotutto eravamo gemelli, prese un cuscino morbido e salì di sopra, posandosi di fianco a me.
Mi rassicurai, e affondai nel cuscino. Il dolore si affievoliva mano a mano che mi stavo per addormentare, e poi accadde, e cercai di riposare.
 
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»_• Baby Fuchsia ~ *
CAT_IMG Posted on 27/4/2008, 10:49




ok non avevo indovinato! xD ma mi è sorto un dubbio! *shishi*
la ragazza era tua cugina o tua sorella?? O.o
 
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AndyTheBest930
CAT_IMG Posted on 27/4/2008, 12:40




lo so lo so ho scritto che siamo gemelli ^^
è una cosa che portiamo avanti da quando eravamo piccoli ci siamo sempre definiti cugini gemelli perchè siamo nati entrambi il 6/12!
ma non siamo fratello e sorella ;)
a dimenticavo, qual era l'intuizione che avevi avuto? mi hai incuriosito
In ogni caso fra poco aggiorno ancora
 
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58 replies since 20/4/2008, 18:53   292 views
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