Il Regno dello Scrittore ~ Fan Fiction Forum

KNIGHTS, alternative universe, horror

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kyra84
CAT_IMG Posted on 11/9/2007, 00:10






Sete di conoscenza (parte prima)

- Capitolo 1 -



E’ un’antica lotta, quella tra Bene e Male.

Una lotta che dura dalla notte dei tempi, senza un vincitore, né un vinto.

Entrambe le fazioni sono forti, ma nessuna prevarica sull’altra…e…

E tutto si gioca sulla Terra ma, soprattutto, sui suoi abitanti.

Gli Esseri Umani sono il campo di battaglia fra Bene e Male.

Gli Esseri Umani sono il campo di battaglia dei Cavalieri.

Ogni mille anni nasce un Cavaliere

In entrambe le fazioni…

Io ho avuto la fortuna, e la sfortuna, di essere coinvolta in questa guerra.

Io ho avuto la fortuna, e la sfortuna, di conoscerli entrambi.

Io ho avuto la fortuna, e la sfortuna, di innamorarmi di uno di loro.

Io ho avuto la fortuna, e la sfortuna, di innamorarmi del Cavaliere del Bene.




* * * * *


Gli occhiali erano di traverso sul viso, mentre alcune ciocche castane erano sfuggite alla coda; la donna guardò con terrore la creatura che, minacciosa, si avvicinava a lei…tentò di gridare, ma non un suono uscì dalla sua bocca. L’essere si avvicinò maggiormente, e prese la donna fra i suoi tentacoli, iniziando a succhiare l’energia vitale e la conoscenza di questa.

Alla fine, mentre della donna non rimaneva che un misero involucro di pelle, la creatura cambiò aspetto e, quando la trasformazione si completò, guardò con un sorriso sadico la pelle che, lentamente, si stava polverizzando.


* * * * *


Il sole entrava timidamente nella stanza, mentre il vento scostava leggero e delicato la tenda bianca. La camera era immersa nella pace più assoluta: i muri bianchi riflettevano la luce, mentre l’armadio e il cassettone rimandavano l’ombra sul pavimento; il letto, buttato casualmente nel centro della stanza, era un aggroviglio di coperte, dove una testa di capelli mori faceva contrasto con la coltre bianca.

La porta aperta della camera, dava un piccolo squarcio della cucina, pulita e in ordine dove, un’altra porta, immetteva nel bagno.

Le coperte si mossero, mentre una mano candida e delicata usciva dall’aggroviglio. Lentamente la ragazza uscì dal suo nascondiglio, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi. I capelli neri, spettinati, erano tagliati in un corto caschetto sfilato, che arrivava appena sopra le spalle, mentre gli occhi nocciola, dal taglio orientale, si guardavano intorno assonnati.

Piano piano la ragazza si svegliò e scese dal letto, appoggiando i piedi nudi sul pavimento freddo; uscì dalla camera e si diresse verso il bagno, dove aprì il rubinetto dell’acqua e si sciacquò il viso, prima di infilarsi sotto la doccia.

Una volta lavata, tornò nella camera e prese dall’armadio i vestiti che avrebbe indossato per quel giorno: un vestito di lino bianco, con lo scollo piatto e un giubbotto di jeans. Indossò tutto e prese, da sotto il letto, un paio di sandali raso terra; agguantò il borsone a tracolla, uscendo dalla camera, ritornando nella cucina.

Una piccola cucina componibile occupava una parete, con davanti un tavolino e quattro sedie; dall’altra parte della stanza un divano e un mobile formavano l’angolo salotto. Accanto al divano, appoggiata per terra, c’era una gabbia.

Kagome si inchinò, aprendo lo sportellino e prendendo la piccola coniglietta grigia in mano, che la salutò leccando le dita che aveva a portata di muso.

_ Buongiorno Cloe_ la salutò, lasciandola libera di scorrazzare per terra, mentre lei si metteva a trafficare fra i fornelli.

La coniglietta balzò fino alle caviglie della padrona e le leccò, facendo sentire la sua presenza. Kagome sorrise e, guardando in basso, informò la coniglietta dei suoi piani: _ Oggi vado a vedere se trovo qualche lavoro…ormai abbiamo quasi finito i soldi…_

La ragazza fece velocemente colazione, poi rimise la coniglietta nella gabbia e uscì di casa.

_ Kagome!_ gridò una voce maschile, alle spalle della ragazza.

La ragazza si voltò, e vide arrancare verso di lei un ometto basso, con una grossa camicia rossa hawaiana e pantaloni kaki; magro come un chiodo, e con la pelle vizza.

_ Signor Minaguchi…buongiorno…_ lo salutò Kagome, sistemandosi la borsa sulla spalla.

_ Kagome, sei in ritardo con il pagamento dell’affitto…di nuovo…_

Kagome si morse un labbro, nervosa: _ Lo so, signor Minaguchi…però…vede non mi hanno ancora pagato per l’ultimo lavoro…aspetti fino alla prossima settimana…_

_ E’ la stessa cosa che mi hai detto la settimana scorsa!_ dichiarò il signor Minaguchi, guardando sospettoso la ragazza, e incrociando le braccia.

Kagome indietreggiò di un passo, in modo da raggiungere i pochi gradini che la separavano dall’uscita; indietreggiò ancora fino a quando non raggiunse il primo: _ Stia tranquillo, la pagherò!_ e così dicendo corse via, ignorando gli urli e gli schiamazzi del signor Minaguchi.



* * * * *



Il lungo soprabito bianco si muoveva leggero ad ogni passo del giovane uomo, che camminava deciso per le vie della città; il volto era teso, in un’espressione severa; i lunghi capelli argentati erano lasciati sciolti, e gli occhi ambrati guardavano fissi davanti a loro, incuranti di tutto ciò che li circondava.

L’uomo ignorava anche le persone, non accorgendosi delle occhiatine che alcune ragazze gli lanciavano, o degli sguardi deplorevoli di alcuni anziani signori. Continuava a camminare verso la sua meta.

Alla fine entrò in un locale dall’aria poco raccomandabile; il barista, appena lo vide, gli fece un cenno con la testa, indicandogli una porta. L’uomo annuì con il capo e seguì la direzione, entrando in una piccola stanzetta dove una bambina, dai lunghi boccoli biondi e il vestito a balze bordeaux, lo stava aspettando.

L’arredamento della stanza era minimale: un piccolo mobiletto a due ante, un tavolino con due poltrone e un piccolo camino; la bambina si sedette su una delle poltrone e invitò l’uomo a fare altrettanto.

L’uomo prese dalla tasca del soprabito una pietra nera e la depose sul tavolo, mentre la bambina allungava la manina rosa e la prendeva in mano, esaminandola come se fosse un oggetto prezioso.

_ Hai fatto un ottimo lavoro, Inuyasha…_ dichiarò la bambina, riposando la pietra sul tavolo: _ Era un demone ostico…_

Inuyasha non si mosse, fissando la bambina con i suoi occhi neri: _ Hai altri incarichi, Voce?_

Voce guardò il giovane uomo con i suoi occhi azzurri, poi si voltò, guardando fisso davanti a sé: _ Un nuovo nemico ha colpito ieri notte…_

Inuyasha strinse i braccioli della poltrona, mentre Voce continuava a parlare: _ Sua è la sete di conoscenza, e con questa, purtroppo, intrappola ogni essere umano…_

_ Il suo nome?_ domandò Inuyasha.

_ Si chiama Baal…_ mormorò Voce, guardando il giovane uomo: _ E’ la tua missione, Cavaliere. Distruggi Baal, e salva questo mondo_

Inuyasha annuì, rialzandosi e uscendo dalla stanza, sotto lo sguardo preoccupato di Voce.


* * * * *


Kagome guardò l’insegna del negozio: Libreria Ozora; e poi riguardò l’annuncio di lavoro. Alla fine, prendendo coraggio, entrò nella libreria: l’odore di chiuso e di carta le aggredì le narici, mentre si dirigeva verso il bancone.

Una donna di una quarantina d’anni era intenta a catalogare alcuni libri: Skye la osservò. Portava i capelli castani stretti in una severa coda, mentre gli occhiali dalla montatura quadrata le davano un’aria da maestra; indossava una camicetta bianca, che accentuava l’aria professionale.

_ Salve…_ mormorò timidamente Kagome, avvicinandosi ancora di più al bancone.

La donna alzò lo sguardo e lo fissò in quello di Kagome: _ Posso esserle utile?_

Kagome sorrise: _ Ho letto che state cercando una nuova commessa…_ spiegò, mostrandole l’annuncio sul giornale.

La donna fissò l’annuncio e poi la ragazza: _ Hai già fatto questo tipo di lavoro?_

_ Beh…non in una libreria, però sono stata commessa in un negozio di musica…quindi so come si usa il registratore di cassa…e comunque sono veloce ad imparare…_

La donna sorrise convinta: _ Come ti chiami?_

_ Kagome Higurashi…_

_ Kagome…_ la donna soppesò il nome: _ …davvero un bel nome…_

Kagome si portò indietro una ciocca: _ Grazie…_

_ Va bene, Kagome…sei assunta…_

Kagome si illuminò di gioia: _ Davvero?_

_ Certo!_ sorrise la donna: _ Io mi chiamo Sachiko Ozora_

_ Non la deluderò!_ dichiarò convinta Kagome, mentre Sachiko si voltava: _ Vedrà…e poi sono sempre ansiosa di imparare cose nuove…_

All’ultima affermazione della ragazza, un brillio rosso passò fra le iridi di Sachiko, così velocemente che, quando si rivoltò verso Kagome, gli occhi erano tornati del solito colore castano.



* * * * *



Inuyasha camminava tranquillo per la strada: aveva sostituito il suo soprabito bianco con un più comodo giubbotto di jeans, sotto il quale indossava un dolcevita bianco e un paio di jeans. Al polso svettava un orologio d’acciaio e, al medio destro, un grosso anello con una pietra nera. Al suo fianco camminava tranquillo un grosso cane bianco.

_ Voce ti ha detto dove troveremo questo Baal?_ domandò il cane, guardando il Cavaliere.

Inuyasha guardò l’anello: nella pietra piccole nubi si addensavano e si separavano, mentre un piccolo puntino luminoso continuava a brillare: _ L’anello ci dirà dove trovarlo…_

_ Ti fidi troppo di quell’aggeggio_ lo riprese il cane.

_ Kiba…_

_ …ma finora ha sempre funzionato!_ si affrettò a dire Kiba, abbassando la coda.

Inuyasha guardò nuovamente l’anello: _ Di qua…_ indicò, attraversando la strada e andando sul lato opposto, continuando a camminare con passo veloce.

kiba lo seguì in silenzio fino a quando non lo vide fermarsi davanti ad un negozio: _ Vuoi far compere?_ domandò, guardando l’umano e poi la vetrina.

_ E’ qui_ rispose semplicemente Inuyasha, fissando lo sguardo sull’insegna: Libreria Ozora.







 
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Makicloe
CAT_IMG Posted on 11/9/2007, 15:37




molto bella!!!!!!
ma lo sai ke leggendo qst storia mi è subito venuto in mente garo? nn so esattamente xkè, ma mi sembra un p' simile!! ^.^
 
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kyra84
CAT_IMG Posted on 11/9/2007, 19:51




CITAZIONE (Makicloe @ 11/9/2007, 16:37)
molto bella!!!!!!
ma lo sai ke leggendo qst storia mi è subito venuto in mente garo? nn so esattamente xkè, ma mi sembra un p' simile!! ^.^

Forse t'è venuto in mente Garo, perchè mi sono ispirata a quello per scriverla! :D Uff, come si fa resistere alla tentazione di immaginarsi Inu-chan vestito con quei pantaloni di pelle attillati, e il cappotto lungo bianco? (me sbava in modo incontrollabile...)
 
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Makicloe
CAT_IMG Posted on 20/9/2007, 15:45




ah ecco! XD
già inu è molto affascinante...ma sinceramente il vestito di garo nn mi piace molto...a parte il fatto ke le maniche gli arrivano a metà avambraccio XD
 
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kyra84
CAT_IMG Posted on 22/9/2007, 22:05




CITAZIONE (Makicloe @ 20/9/2007, 16:45)
ah ecco! XD
già inu è molto affascinante...ma sinceramente il vestito di garo nn mi piace molto...a parte il fatto ke le maniche gli arrivano a metà avambraccio XD

A me piace molto invece! :D soprattutto il capotto lungo bianco!

Ed ecco il nuovo capitolo!



Sete di conoscenza (parte seconda)
- Capitolo 2 -


_ Però! Non pensavo mi prendesse subito…_ bofonchiò Kagome, accatastando alcuni libri e sbuffando sonoramente…Sachiko non aveva fatto cenno alla mole di lavoro che l’aspettava, e nemmeno allo stipendio, che era il minimo sindacale…quella donna era una vera demone!
Il campanello, che segnava l’ingresso di un cliente, risuonò nel silenzio della libreria, e districandosi fra le varie pile di libri e il dedalo di scaffali, Kagome riuscì a raggiungere il bancone, posto davanti l’entrata.
_ Posso essere utile?_ domandò scostandosi alcune ciocche more da davanti gli occhi e guardando per la prima volta l’avventore.
Un paio di occhi dorati ricambiarono il suo sguardo, ipnotizzandola. Erano occhi profondi e immensamente tristi; occhi che sembravano aver visto la fine del mondo, ed essere tornati da poco. Occhi che la risucchiavano al loro interno, incatenandola e imprigionandola.
Kagome scosse la testa, scappando dall’ipnosi di quello sguardo e vedendo, finalmente, l’avventore. Un ragazzo, più o meno, della sua età e…molto carino.
Il ragazzo si guardavano intorno, con espressione seria, mentre un cane bianco, molto simile ad un lupo, scodinzolava al suo fianco.
_ Che meraviglia…_ mormorò Kagome, uscendo da dietro il bancone e accucciandosi davanti al cane, che accettò con gioia le carezze della ragazza.
Il padrone dell’animale seguì con attenzione ogni movimento della ragazza, rimanendo guardingo e serio. Kagome, accorgendosi di essersi lasciata trasportare, si rialzò velocemente e, passandosi le mani sul vestito bianco, rise nervosamente: _ Ehm…scusa…di cosa avevi bisogno?_
Il ragazzo la fissò con i suoi occhi dorati: _ Voglio solo dare un’occhiata…_ le disse con voce profonda e calda, avviandosi fra gli scaffali, seguito a ruota dal cane.
Kagome alzò le spalle, osservando il tipo sparire dietro la sezione religiosa…certo era carino, ma anche molto strano.

* * * * *

_Certo che potevi essere più gentile!_ sbottò Kiba, appena fu lontano abbastanza per non essere sentito.
_ Lavora qui, e nulla ci assicura che non sia un demone_ sentenziò Inuyasha, prendendo un libro a caso, e sfogliandolo.
_ E’ umana, grande cavaliere! Non dirmi che non te ne sei accorto?_
Inuyasha guardò il cane, con una punta sarcastica nello sguardo: _ A te piace solo perché ti ha fatto i complimenti!_
Kiba sbuffò, agitando il muso: _ E’ umana, è carina, e in più le piaccio io! Dovresti farci un pensierino…_
Inuyasha richiuse il libro con un tonfo sordo: _ Non sono mio padre_ decretò, rimettendo il tomo a posto, e guardandosi in giro.
Kiba abbassò il muso e la coda, dispiaciuto: _ Scusami…non volevo ricordarti certe cose…¬_
Inuyasha si passò una mano sul volto: _ Continuiamo il nostro lavoro_ mormorò, lanciando un’occhiata alla ragazza, che era tornata dietro il bancone.

* * * * *

Kagome mise a posto l’ultimo libro della giornata e, tirando un sospiro di sollievo, si accasciò a terra, asciugandosi il sudore con il dorso della mano. Sachiko era sparita, non era venuto nessun cliente…a parte il ragazzo strano…e lei aveva messo in ordine un numero imprecisato di volumi.
Guardò l’orologio che teneva al polso e, dopo aver visto l’ora, si rialzò velocemente: non si era accorta che aveva fatto così tardi. Prese il giubbotto e la borsa, facendo per uscire, ma si arrestò davanti alla porta a vetri: Sachiko non le aveva dato nessuna chiave per chiudere e, dubitava, che la donna sarebbe stata contenta se lei avesse lasciato il negozio aperto, alla mercè di tutto.
_ Magnifico!_ bofonchiò Kagome, tornando dietro il bancone e sedendosi sullo sgabello davanti alla cassa: _ Sono imprigionata qua..._
Kagome sbuffò e recuperò un libro: se tanto doveva aspettare, almeno si distraeva un po’. Si immerse nella lettura, trascorrendo così i minuti, che diventarono ore; quando la ragazza guardò di nuovo l’orologio, sgranò gli occhi e si affacciò dalla porta: una luna piena illuminava il paesaggio, e dominava il cielo.
La ragazza si morse un labbro e ritornò nel negozio: ma che fine aveva fatto Sachiko? Ormai erano le dieci passate, e di lei nessuna traccia.
Un rumore nel retrobottega la fece sobbalzare; Kagome si guardò intorno, cercando qualcosa da usare come arma e, dopo aver preso un tomo particolarmente pesante, si avvicinò cautamente alla porta del magazzino. La aprì lentamente, guardando circospetta al suo interno, non vedendo nulla di anormale entrò, tenendo ben fermo davanti a lei, il tomo.
_ C’è nessuno?_ domandò, avanzando nella quasi totale oscurità del locale.
Un respiro affannato le arrivò da sinistra, vicino all’orecchio; Kagome urlò e sobbalzò, osservando impaurita chi le stava davanti: _ Si...signora Sachiko?_ chiese, osservando la donna.
La donna sorrise sardonica, osservando la ragazza; chinò la testa di lato e guardò compiaciuta la sua preda: _ Sai…le menti giovani come la tua, sono anche le più gustose…_ mormorò, leccandosi le labbra rosse.
_ Eh?_ esclamò Kagome, guardando sconcertata la donna.
Sachiko sorrise e, buttando indietro la testa, scoppiò in una risata amara: _ Stanotte morirai_ decretò, tornando a guardare la ragazza e allungando le mani avanti a sé.
Kagome guardò le mani pallide di Sachiko diventare dei tentacoli verde scuro, che si allungavano sempre più e si protendevano verso di lei; la ragazza scattò a destra, evitando il primo assalto e nascondendosi dietro una scatola di libri.
_ Non ti farò del male…_ la rassicurò Sachiko, avanzando verso Kagome.
Kagome afferrò alcuni libri e iniziò a lanciarli contro la creatura che, lentamente, stava mutando aspetto, facendo cadere la pelle di Sachiko Ozora.
_ Kami-sama…_ mormorò Kagome, quando la creatura assunse il suo vero aspetto: un gigantesco essere verde scuro, dalle sembianze vagamente umane.
La creatura emise un sibilo, alzando il capo verso il cielo e allargando le braccia, per poi lanciare un tentacolo verso la ragazza; Kagome guardò inorridita il tentacolo andare verso di lei…non riusciva a muovere un singolo muscolo; la paura aveva preso possesso del suo corpo. Sarebbe morta, se non fosse stato per il tempestivo intervento di un cane bianco.
Il colpo fallì e la creatura ritirò il tentacolo, guardando astiosa il cane che si era inframmesso fra se e la sua preda: un cane bianco, simile ad un lupo.
Kagome guardò curiosa l’animale: riconosceva quel cane; e riconobbe la voce che, ferma e forte, si rivolse alla creatura: _ Demone Baal, sono qui per sconfiggerti_
Alla sua destra comparve il ragazzo che era venuto nella libreria: indossava un lungo soprabito bianco, sotto al quale brillava un’armatura nera; i lunghi capelli argentati erano lasciati sciolti e, sulla sommità della testa, svettavano due graziose orecchie da cane. Gli occhi ambrati erano fissi sul demone, mentre le mani, con lunghi artigli, erano serrate sull’impugnatura di una vecchia katana arrugginita.
Il demone si voltò verso il nuovo venuto sibilando e ringhiando; il ragazzo non fece una mossa e, concentrando il potere nella spada, la trasformò completamente: da vecchia e arrugginita, diventò nuova e tagliente.
_ Kiba!_ chiamò il ragazzo.
_ Dimmi_ rispose il cane, rimanendo a difesa di Kagome.
_ Proteggi la ragazza_
_ Come vuoi…cavaliere…_ mormorò il cane, piantando ben bene le zampe a terra.
_ Tu parli?_ domandò Kagome, guardando confusa l’animale davanti a lei.
Il cane si voltò verso di lei e annuì con il muso, poi tornò a guardare il suo padrone, osservando ogni mossa del cavaliere, ogni attacco e ogni parata.
“Sta attento, Inuyasha” pensò Kiba, osservandolo apprensivo.
Inuyasha sferrò un colpo con la spada, e si protesse evitando i tentacoli del demone; la creatura indietreggiò e, sibilando, scatenò tutte le sue propaggini verso il cavaliere. Inuyasha piantò la spada per terra, e la utilizzò come scudo; infine, la recuperò e la mosse nell’aria: _ Kaze no Kizu!_ gridò, mentre dalla spada, partiva un colpo energetico, che colpì in pieno il demone, disintegrandolo.
_ Bel lavoro!_ decretò Kiba, raggiungendolo scodinzolante.
Inuyasha lo guardò e annuì con la testa, prima di raggiungere il punto in cui il demone si trovava e raccogliere una pietra nera.
_ L’anima del demone…_ mormorò Kiba, osservando il cavaliere riporre la pietra in una tasca del soprabito.
_ Va tutto bene?_ domandò Inuyasha, avvicinandosi alla ragazza che, ancora impaurita, lo guardava a occhi sgranati.
Kagome alzò lo sguardo e osservò attentamente il suo salvatore: _ Ma chi diavolo sei tu?_

* * * * *

_ Davvero un ottimo lavoro_ decretò Voce, osservando la pietra sul tavolincino.
Inuyasha annuì e si voltò verso la porta: _ Se hai altri incarichi, fammelo sapere_
La bambina sorrise e lo guardò uscire: _ Stanne certo, Cavaliere di Luce_ mormorò, quando rimase sola.

* * * * *

_ E così, Cloe, sono rimasta senza lavoro_ mormorò Kagome, osservando la coniglietta grigia, che le dormiva in collo.
Si trovava nel suo appartamento, sdraiata sul divano beige, mentre una lieve brezza entrava dalla finestra aperta, e le muoveva il leggero vestito di lino verde militare: _ E voglio proprio vedere come faccio a pagare l’affitto e a comprarmi da mangiare senza soldi…_
La coniglietta si mosse leggermente, accomodandosi meglio, sullo stomaco della padrona; Kagome la guardò e sospirò…tutta colpa di quel tizio, che aveva ucciso il demone, alias Sachiko, se lei era rimasta senza lavoro. E quel maleducato, non aveva neppure preso la briga di rispondere alla domanda che gli aveva fatto. Sapeva il suo nome perché, quello strano cane, glielo aveva detto.
_ Maledetto Inuyasha! Me la pagherai!_ sentenziò Kagome, alzando un pugno verso il cielo.

* * * * *

_ Etchium_ starnutì Inuyasha.
_ Ehi, cavaliere! Mica ti starai ammalando?_ domandò Kiba.
Entrambi stavano camminando per il centro di Shibuya, Inuyasha si appoggiò ad una ringhiera e guardò astioso il cane: _ Sono un mezzodemone. Non posso ammalarmi_
Kiba guardò con fare saccente il suo collega: _ Allora è qualcuno che sta parlando male di te…e io ho anche un’idea su chi può essere…_
Inuyasha riprese a camminare: _ Ah si? E secondo te chi è?_
_ Una ragazza che, secondo me, hai fatto imbestialire con i tuoi modi, non molto educati_ rise Kiba, seguendo il cavaliere tra la folla.


 
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Makicloe
CAT_IMG Posted on 23/9/2007, 14:14




bello!!!
kiba mi sta proprio simpatico!!!
adesso sn curiosa di leggere il seguito!!
aspetto soprattutto il prossimo incontro tra inu e kaggy!!! ^.^
 
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5 replies since 11/9/2007, 00:10   96 views
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