CITAZIONE (Makicloe @ 20/6/2007, 15:32)
beeellaaaaa!!!!!!!
povero aki, però, mi sta tanto simpatico...
spero tanto ke ci siano parti meno tristi, qst in realtò era un po' meno triste, ma c'è sempre il fatto ke toya è morto... T^T
eheheh mha ki lo sa km saranno i prossimi....
Tre giorni dopo, si tenne il funerale di Toya. Solo poche persone parteciparono, tra cui la vecchia Kyu ed alcuni ex membri del clan dei Mikage che avevano fatto amicizia con lui. Durante quei tre giorni, ed anche al funerale, il piccolo Aki si ostinò ad ignorare Yuhi, il quale cercò di non turbarlo troppo, e restò lontano sia da lui che dalla madre. Terminato il funerale, tornarono a casa in compagnia di Kyu. Era stato Yuhi a chiederle di restare, per rimanere vicina ad Aya ed Aki. Yuhi andò in cucina, e circa venti minuti più tardi fu raggiunto dalla donna.
“Yuhi…Aki si è addormentato, mentre Aya è in camera sua.”
“E’ giusto così. Durante la cerimonia è stata molto forte, si è sforzata in tutti i modi di non piangere. Adesso ha bisogno di sfogarsi. Ti ringrazio per l’aiuto.”
“Figurati. Sai che sono molto affezionata a te e ad Aya.”
“Già.”
“Ora che faranno? Si trasferiranno a Tokyo con te?”
“Non lo so. Non ne abbiamo ancora parlato. Sai, non voglio mettere fretta ad Aya. E poi per Aki sarà un cambiamento radicale. Lui ha sempre vissuto qua.”
“Hai intenzione di continuare a rimanere al loro fianco anche qui?”
“Certo. L’ho promesso a Toya. Ed anche Aya me l’ha chiesto.”
“E come farai con il tuo corso? Ormai ti manca solo l’esame finale e sarai un professionista. Però se non lo darai entro il termine, sarai costretto a ripetere tutto.”
“Non importa. Ora come ora, me ne frego di diventare un cuoco. Grazie ai soldi della mia famiglia e di Suzumi, posso mantenere me e loro due per un po’, senza dovermi preoccupare. Tuttavia, devo trovarmi un lavoro che mi assicuri un reddito fisso. Devo farlo per loro.”
“E vorresti abbandonare il tuo sogno di diventare un cuoco famoso?”
“…Quello era solo uno stupido sogno. Posso facilmente rinunciarvi.”
“…Suzumi non approverebbe queste tue parole…”
“Già…Ma Suzumi non è qua. Ha preferito togliersi la vita, ed abbandonarci.”
“Non dire così, Yuhi.”
“Come puoi chiedermi questo, Kyu? Io avevo bisogno di lei! Ne avevo un disperato bisogno! Era tutta la mia famiglia! Ma lei, da brava egoista, ha pensato bene di raggiungere Kazuma! Non è giusto! Io…io sono stufo di perdere le persone che amo…”
“…Yuhi…”
“Scusa. Ho bisogno di restare un po’ da solo…”
Yuhi uscì di casa, lasciando la vecchia Kyu da sola. Si recò sull’altura, dove, appena poche ore prima, era stato seppellito Toya. Rimase in piedi a fissare la grande croce, mentre le lacrime gli scorrevano sulle guance. Sotto la croce, su una lastra di marmo, erano incise poche toccanti parole.
-In memoria di Toya. Marito e padre affettuoso. Amico fidato.-
Yuhi rimase a fissare la croce per un po’. Poi si spostò vicino al bordo dell’altura. E lì, restò per delle ore a fissare l’orizzonte, pensando al suo passato, al suo presente ed al suo futuro.
“Prima Chidori. Poi Aki. Poi Suzumi. Ed ora Toya. E prima di loro, avevo già perso mia madre e l’unico fratello che mi amava. Basta. E’ davvero troppo, per me. Non ho chiesto io di essere ciò che sono. E allora perché devo sopportare tutto questo dolore? Perché, una dopo l’altra, devo veder sparire davanti ai miei occhi tutte le persone che più amo? Suzumi…Quando eri al mio fianco, sapevi sempre darmi i consigli più giusti. Ed ora…Ora avrei davvero bisogno di te…Ma perché…? Perché non sono riuscito a fermarti? Perché non ti sono bastato io? Io avrei davvero potuto impedire la tua morte. Forse ero l’unica persona davvero capace di impedirla. Se ti fossi stato più vicino…Se ti avessi donato più attenzioni e più affetto…Tu non avresti sentito il bisogno di raggiungere Kazuma…Ed ora saresti qui, ad aiutarmi…”
Era talmente assorto nei suoi pensieri, che non si accorse che qualcuno l’aveva raggiunto. Infatti sussultò, quando avvertì un tocco leggero sulla sua spalla. Si voltò di scatto, trovandosi davanti Aya. Gli sorrideva molto tristemente. Lui tornò a guardare l’orizzonte, anche perché non voleva che lei lo vedesse piangere. Ma ormai era tardi.
“Yuhi…Non voglio che tu mi nasconda il tuo dolore. E’ assurdo. So bene che anche tu stai soffrendo.”
“Lascia perdere, Aya. Non è nulla. Dammi solo due minuti…e poi tornerò ad essere forte. Solo due minuti…”
“Perché non vuoi mostrare il tuo dolore, Yuhi? In questi giorni hai pianto tanto, lo so. Eppure, mai una volta di fronte agli altri. Sempre quando eri da solo. Perché?”
“Io…non posso. Non posso mostrare le mie debolezze. Devo essere forte. Per riuscire a sostenere te e Aki.”
“Non voglio che ti riduci in questo stato solo per me ed Aki. Guardati. A forza di tenerti tutto dentro ti stai distruggendo. Dai libero sfogo al tuo dolore, Yuhi. Io voglio esserti d’aiuto.”
“No. Non posso. Non posso esserti di peso in un momento come questo. Sei tu a doverti appoggiare a me, non viceversa!”
“Dici sul serio? Eppure, in questo momento, il più debole, tra me e te, sei tu. Non riusciresti ad essere di sostegno per nessuno, ora come ora. E poi sai meglio di me che l’amicizia è un sentimento che non va vissuto da soli. Dev’essere un reciproco scambio. Tu stai aiutando così tanto me…Ed anche in passato, mi hai sempre aiutata moltissimo. Ora, per una volta, lascia che sia io ad aiutare te. Te ne prego.”
A quelle parole, il giovane crollò. Letteralmente. Si accasciò sulle ginocchia, e cominciò ad urlare tutto il suo dolore, disperato. Tutto il dolore che si teneva dentro non solo da pochi giorni, ma da anni. Da sempre. Aya gli si inginocchiò a fianco, piangendo anche lei. Gli circondò le spalle in un abbraccio, stringendolo a sé e cullandolo. Aveva già capito da dove arrivata tutta la sua sofferenza.
“Non è stata colpa tua, Yuhi. Non è stata colpa tua. Non avresti mai potuto salvarla. Ormai, lei aveva deciso di morire…”
“Ma io ero lì! Potevo aiutarla! DOVEVO aiutarla! E non l’ho fatto!”
“Non è vero. Tu le sei sempre stato vicino. Già una volta…anzi, già due volte le avevi impedito di lasciarsi andare. Ormai era inutile qualsiasi tentativo.”
“Ma io le volevo bene, Aya! Era mia sorella! Ormai era diventata mia sorella! Era la mia unica famiglia! Le volevo davvero bene! Perché lei non l’ha capito?!”
“Yuhi…Io sono convinta che Suzumi avesse sempre saputo quanto bene le volevi. Ma sapeva anche che tu sei forte, e che saresti stato in grado di cavartela anche da solo.”
“No, non è vero! Io, da solo, non riesco a fare nulla! Nulla!”
“Yuhi…”
“Mi manca, Aya! Mi manca da impazzire!”
“Lo so…lo so…”
Ed anche Aya scoppiò in un pianto disperato. Per Toya…Ma anche per Suzumi, che l’aveva accolta come una sorella…Per Aki, che si era sacrificato per la loro salvezza…Per Yuhi, che aveva continuato a dare il suo sostegno a chiunque ne avesse bisogno, senza mai chiedere nulla in cambio. E che per questo aveva accumulato nel suo cuore tanto dolore da rischiare di ucciderlo.
Dopo le molte ore passate a piangere, i due rientrarono a casa praticamente distrutti. La vecchia Kyu non fece nessun commento riguardo i loro occhi gonfi e rossi e li limitò ad informarli che Aki stava ancora dormendo.
“Probabilmente dormirà fino a domattina. Sarebbe inutile svegliarlo per la cena. Lasciamolo in pace.”
“D’accordo. Allora, io vado a preparare qualcosa.”
“Yuhi, se non ne hai voglia posso occuparmene io…”
“Stai scherzando, Kyu? Vuoi forse avvelenare me ed Aya?!”
La ragazza ridacchiò, distendendosi un pochino.
“Aspetta, Yuhi, vengo a darti una mano.”
“Non serve, tu vai pure a riposarti.”
“No, ci tengo. E poi vorrei che mi insegnassi qualche ricetta. Sai, anche dopo tutti questi anni non ho ancora imparato a cucinare decentemente.”
“Povero Aki! Chissà come verrà su quel bimbo, se fino adesso è cresciuto mangiando le tue schifezze…”
“Ehi, vacci piano con le offese, idiota!”
I due si allontanarono verso la cucina, mentre la vecchia Kyu li guardava con un sorriso triste. Amava quei due ragazzi come se fossero stati suoi figli. Aveva voluto bene nello stesso modo anche a Suzumi. Ma purtroppo lei se n’era andata molto tempo prima.